Tanti i Papi che, nel corso della storia, hanno voluto esprimere la loro devozione e il loro ringraziamento a San Giuseppe.
Da chi lo ha dichiarato, con un documento ufficiale, “Patrono della Chiesa”, a chi invece l’ha invocato come protettore dei lavoratori. E non in ultimo, Papa Francesco che pone, sotto la statua del Santo, le difficoltà di un’umanità ferita.
In questo Anno dedicato a San Giuseppe, in ogni parrocchia sono in atto, nel pieno rispetto delle norme anti Covid, iniziative per lodare e ringraziare la presenza di questo Santo. Senza di lui, Gesù non sarebbe riuscito a fuggire con sua madre Maria in Egitto e scampare alla strage degli innocenti; se non ci fosse stato Giuseppe, Gesù non sarebbe stato educato e non avrebbe imparato un mestiere. Senza di lui e Maria, Gesù non sarebbe stato un bambino felice.
Insomma: non solo un “padre putativo”, ma un vero e proprio esempio per il piccolo Gesù. San Giuseppe, sposo di Maria ed esempio della famiglia di Nazareth. Tutti noi lo guardiamo con occhi amorevoli, in attesa delle sospirate grazie che a lui chiediamo.
Ma anche i Papi hanno avuto una particolare devozione per San Giuseppe. A partire da Papa Pio IX il quale, con il decreto “Quemadmodum Deus”, dichiarò San Giuseppe Patrono della Chiesa.
Ma non solo. più volte il Pontefice si rivolse a lui come consolatore: “Ricordati, o purissimo sposo di Maria Vergine, o caro mio protettore san Giuseppe, che mai si udì aver alcuno invocato la tua protezione e chiesto il tuo aiuto senza essere stato consolato. Con questa fiducia, io vengo a te e a te fervorosamente mi raccomando. Non disprezzare le mie preghiere, o padre davidico del Redentore, ma ricevile pietosamente ed esaudiscile” – pregava.
Papa Paolo VI era devoto allo “sposo di Maria”, così come lo chiamava. In una preghiera, pregava San Giuseppe perché proteggesse i lavoratori, “difendendoli dallo scoraggiamento”:
“O San Giuseppe, patrono della Chiesa, tu che accanto al Verbo incarnato lavorasti ogni giorno per guadagnare il pane, traendo da Lui la forza di vivere e faticare. Tu che hai provato l’ansia del domani, l’amarezza della povertà, la precarietà del lavoro. Tu che irradi oggi l’esempio della tua figura, umile davanti agli uomini, ma grandissima davanti a Dio; guarda alla immensa famiglia che ti è affidata.
Benedici la Chiesa, sospingendola sempre più sulle vie della fedeltà evangelica; proteggi i lavoratori nella loro dura esistenza quotidiana, difendendoli dallo scoraggiamento, dalla rivolta negatrice, come dalle tentazioni dell’edonismo;
prega per i poveri, che continuano in terra la povertà di Cristo, suscitando per essi le continue provvidenze dei loro fratelli più dotati; e custodisci la pace nel mondo, quella pace che sola può garantire lo sviluppo dei popoli e il pieno compimento delle umane speranze: per il bene dell’umanità, per la missione della Chiesa, per la gloria della Trinità Santissima”.
Papa Giovanni Paolo II, invece, ha dedicato una Esortazione Apostolica a San Giuseppe, la “Redemptoris custos” (il Custode del Redentore). Un guardare alla missione di Giuseppe, non solo nella vita del bimbo Gesù, ma anche in quella della Chiesa stessa:
“O caro san Giuseppe, amico e protettore di tutti, custode di Gesù e di tutti quelli che invocano il tuo aiuto. Tu sei grande perché ottieni da Dio tutto quello che gli uomini ti chiedono.
Ti prego di accogliere la mia preghiera: veglia e custodisci tutte le famiglie perché vivano l’armonia, l’unità, la fede, l’amore che regnava nella Famiglia di Nazareth. Guarda con tenerezza particolare le famiglie dei disoccupati, dona a tutti un lavoro, affinché con la loro opera creino un mondo migliore e diano lode a Dio Creatore.
Ti affido la Chiesa, in particolare il Papa, i Vescovi, i Sacerdoti, e tutti i Missionari perché si sentano sostenuti dalla tua paternità. Chi li può amare più di te, o caro San Giuseppe?
Proteggi tutte le persone consacrate perché trovino nella tua obbedienza e adesione alla volontà di Dio, l’esempio per vivere nel silenzio, nell’umiltà e nella missionarietà la vita di unione con Dio che le rende felici nel compimento della divina volontà.
La gioia di sentirsi di Dio è così grande che non ha paragoni; solo in Dio si trova tutta la felicità. San Giuseppe esaudisci la mia preghiera!”.
Non ultimo, Papa Francesco. Il Pontefice, che ha istituito l’anno Giuseppino, ha della sua stanza, una statuina di Giuseppe dormiente. A lui affida tutti i casi più complicati, tutte le situazioni difficili che l’uomo e l’umanità intera si trovano ad affrontare, ponendo dei piccoli foglietti con le intenzioni proprio sotto la statua.
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“Glorioso patriarca san Giuseppe, il cui potere sa rendere possibili le cose impossibili, vieni in mio aiuto in questi momenti di angoscia e difficoltà. Prendi sotto la tua protezione le situazioni tanto gravi e difficili che ti affido, affinché abbiano una felice soluzione.
Mio amato Padre, tutta la mia fiducia è riposta in te. Che non si dica che ti abbia invocato invano, e poiché tu puoi tutto presso Gesù e Maria, mostrami che la tua bontà è grande quanto il tuo potere. Amen”.
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ROSALIA GIGLIANO
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