In un periodo in cui le tradizioni culturali americane stanno soppiantando le nostre radici (basti pensare a come si è diffuso Halloween), fa quasi impressione vedere un bambino che preferisce scrivere a Gesù piuttosto che al modaiolo e consumistico Babbo Natale.
Se in linea di massima permettere ai bambini di credere ad un soggetto di pura fantasia come Babbo Natale può essere un modo carino di alimentare la magia che circonda il mondo fantasioso dei bambini, il concetto ed il mercato che stanno alla base di questa favola sono tutt’altro che magiche e favolose, anzi sono lo strumento più bieco del consumismo per indottrinare le nuove generazioni ad una concezione del mondo legata al materialismo.
Dunque se sopra dicevamo che leggere una lettera di un bambino indirizzata a Gesù può risultare quantomeno inconsueto, non può, allo stesso tempo, che riempire di gioia il cuore di chi apprezza e crede nei valori che questo rappresenta. Sebbene il testo di questa lettera mostri pienamente l’ingenuità di un bimbo che ama il signore non comprendendone appieno il significato, queste poche righe ci allietano il cuore e ci donano un sorriso.
Cosa chiedere di più al periodo natalizio di un sorriso, di una gioia che ci pervade e ci fa dimenticare per un istante i problemi che affliggono la nostra esistenza per celebrare al meglio, ancora una volta, la natività di Nostro Signore? Per questo diciamo grazie a questo piccolo fedele che con il suo amore ingenuo ci ha ricordato come la purezza di un sentimento possa ridarci serenità e fiducia:
“ Caro Gesù,
i miei compagni di scuola scrivono tutti a Babbo Natale, ma io non mi fido di quello! Preferisco te. Vorrei tanto un cucciolo, non ha chiesto mai niente, puoi controllare. Tu che vedi tutto mi potresti dire che mi ha nascosto l’astuccio. Ti prego aiutata tutti i bambini che non hanno nulla e le persone ammalate. Proteggi la mia famiglia e le persone che conosco.
Grazie Gesù”.