Raccontiamo la storia di Rafael Freitas è un bambino brasiliano di tre anni che ama “celebrare” quotidianamente la Santa Messa e che un giorno vorrebbe diventare, perché no, Papa. Purtroppo questa sua particolare devozione non è l’unica cosa che lo sottrae alla normalità di un bambino della sua età. Al piccolo Rafael è stata infatti diagnosticata una forma aggressiva di tumore.
La storia di devozione alla Messa di Rafael inizia quando, ad appena un anno, a malapena in grado di camminare, il bambino incominciò ad identificarsi ed imitare il sacerdote nelle varie occasioni in cui la famiglia Freitas partecipava alla celebrazione della Messa. «Quando il sacerdote alzava il calice, Rafael alzava la sua piccola ciotola», ha dichiarato il padre, Randersson Freitas alla CNA/EWTN News. Nel 2014, la terribile scoperta: i dottori diagnosticano al piccolo un tumore in fase avanzata che attacca le ossa e il sistema nervoso.
Iniziati i cicli di chemioterapia a marzo dello stesso anno, i dottori si sono subito dimostrati scettici di un possibile recupero. Rafael, affatto scoraggiato, ha continuato a “celebrare” Messa, chiedendo anche un quantomeno originale dono al sacerdote della Cappella ospedaliera: il piccolo piattino dorato che viene usato per tenere l’Ostia. Colpito da tale richiesta, il cappellano non solo ha esaudito il suo insolito desiderio ma gli ha regalato una piccola tunica ed una stola ad hoc. Il «regalo migliore» che suo figlio potesse ricevere, ha dichiarato il padre di Rafael. Da quel giorno, il bambino non ha fatto che aumentare le sue “celebrazioni”, che sono finite anche su Youtube, raccogliendo migliaia di visualizzazioni.
Contro apparentemente ogni possibilità e contro l’iniziale opinione dei dottori, quando già era stato spostato nell’ala ospedaliera per i malati terminali, grazie a tutti i trattamenti medici messi in campo e alle preghiere della famiglia e degli amici, è iniziata la ripresa di Rafael. Sebbene adesso anche i dottori nutrono della speranza che Rafael possa vincere la battaglia contro il cancro, come Davide contro Golia, la situazione è ancora -e forse più che mai- delicata. «Chiediamo a tutti i vescovi, sacerdoti, religiosi, laici e famiglie di pregare per Rafael», ha concluso il padre, «sappiamo che la guarigione di Rafael è nelle mani di Dio e speriamo in un miracolo».
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