Una partita di calcio regala la fede al giovane Dario Reda, da allora testimonia ed evangelizza sui social, anche i suoi alunni.
Oggi insegnante di educazione fisica a Padova, racconta la sua storia di fede, un incontro con Dio grazie al calcio e al suo idolo preferito.
Scopre Dio nel modo più incredibile che si possa immaginare, grazie a una partita di calcio. Scopriamo questa bella storia fuori dall’ordinario.
Una partita di calcio e ..scatta la fede
La tua storia è particolare perché tu non nasci e cresci in una famiglia cristiana ma in una famiglia di non credenti e ne tu e tuo fratello eravate battezzati …
Si è vero, né io e né mio fratello Daniele veniamo battezzati, perché mio papà è libanese cresciuto in una famiglia di musulmani, e mamma di Padova, cresciuta in una famiglia di cristiani ferventi cattolici. In accordo hanno scelto di far decidere noi nella massima libertà.
In che modo incontri Dio grazie al calcio?
Era il 13 marzo del 2005 ed io da tifoso dell’Inter, stavo guardando Inter contro Porto, gli ottavi di Champion Leugue, e c’era il mio giocatore preferito Adriano l’Imperatore che segna, alza la maglietta e fa vedere una scritta Filippesi 4,13 e io da buon tifoso dell’Inter ma anche fan sfegatato di Adriano volevo subito capire cosa significasse quella scritta.
La mattina dopo, era un mercoledì scopro per Dio incidenza chiedendo alla professoressa di religione cosa voleva dire: “Tutto posso in colui che mi da la forza”. Leggo più volte quella frase nella Bibbia regalatami da mia nonna. Da lì un po’ alla volta, emulando Adriano mi ero fatto delle magliette con quella scritta, poi andavo in chiesa a pregare per diventare come Adriano.
Chi ti ha parlato di Dio e chi te lo ha fatto conoscere?
Mi ha parlato di Dio in primis mia nonna, la mamma di mia mamma: “Dai Dario dì una preghiera così la nonna è contenta. Dai Dario vieni a messa con me così mi fai felice”. Anche la maglietta di Adriano mi ha parlato di Dio, la mia ragazza Irene (quando andavo in quinto superiore) mi ha parlato di Dio ed io per non sembrare da meno andavo a messa con lei.
Lei faceva parte dell’azione cattolica e degli scout. Ad oggi, dopo tutti questi anni penso che la domanda sia diversa cioè “Chi non mi parla di Dio?” Perché tutti in un modo o nell’altro mi comunicano e mi parlano di Dio, anche i miei alunni a scuola.
La reazione della sua famiglia
Dal momento in cui sei diventato cristiano anche la tua famiglia lo è diventata?
Diventare cristiano vuol dire semplicemente seguire Cristo, ed è difficile dare una risposta a questa domanda. Però posso provare a descrivere i passaggi.
Mio fratello che mi prendeva in giro nel mio catecumenato dal 2009 al 2011, ha scelto anche lui di ricevere il battesimo alla veglia Pasquale del 2013, due anni dopo di me. Mia mamma dal non venire più a messa è passata ad andare a messa insieme a me. Mio papà ci ha portato nei posti in cui è stato Gesù quando con la famiglia siamo andati in Libano, non dico che stia diventando cristiano ma sta capendo, ha un richiamo all’eterno e alla Verità.
Ai giovani che non vanno in chiesa
Cosa vuoi dire a quei giovani non credenti che non vanno in chiesa?
Niente, cioè il non andare in chiesa è solo la punta dell’iceberg e sinceramente non m’importa così tanto. Avere dei ragazzi che vengono in chiesa trascinati, costretti perché si fa così è ancora peggio. E’ come una coppia di fidanzati che non escono mai a cena e questo non uscire mai a cena nasconde una sofferenza più profonda. Anche se porto a cena la mia ragazza e non c’è la voglia di fare tutto questo, poco m’interessa. Allo stesso tempo portare un ragazzo a messa senza che ne abbia voglia, non ha senso.
Proviamo a guardarla da un altro punto di vista: Andare a messa come una naturale prosecuzione di una relazione di un un’ innamoramento di Gesù Cristo, ecco la domanda è “Cosa dire a questi ragazzi che non si sentono innamorati e non si sentono in relazione con Cristo?”
Anche qui risponderei niente perché bisogna ascoltare e le risposte si trovano in Gesù Cristo.
Dario Reda per diffondere la fede sui social
Oggi evangelizza sui social, in particolare Instagram dove conta 18.000 followers e 2000 utenti su youtube, catturando così l’attenzione dei suoi alunni. Dario Reda attraverso i social tratta tre macro aree che corrispondono alla sua quotidianità; la prima è la fede, la seconda è la scuola e la terza è lo sport e tutte e tre concorrono nella sua vita a fargli fare esperienza di Dio.