Per quanto riguarda il decennio 2007-2017, dunque, l’Italia è uno dei Paesi europei ad aver concesso il maggior numero di cittadinanze, assicurando al 4,01% degli stranieri residenti in Italia (1 su 25) di diventare cittadini italiani. A precedere l’Italia nella speciale classifica ci sono la Croazia (9,71%), la Svezia (7,43%) ed il Portogallo (6,95%), mentre dietro la nostra nazione ci sono il Regno Unito (2,65%) la Spagna (3,42%) e la Germania (1.30%). C’è da considerare anche che un terzo dei cittadini riconosciuti è di età inferiore ai 15 anni, particolare che permetterà a questi di riprodursi in Italia e generare cittadini italiani, un aspetto da non sottovalutare data la crisi di natalità che ha colpito l’Italia negli ultimi 20 anni.
Non bisogna pensare che questi dati diano conferma delle tesi allarmistiche sull’invasione di migranti, d’altronde questi dati danno conferma che la popolazione italiana aumenta grazie agli immigrati e si diversifica diventando multiculturale. La richiesta di cittadinanza dimostra inoltre che queste persone vogliono integrarsi nel tessuto sociale con tutto ciò che esso comporta, ovvero uniformarsi alle regole ed alle leggi del nostro Paese. Malauguratamente non si può nemmeno pensare che averli resi cittadini italiani risolva in un sol colpo i problemi derivanti dalla scarsa natalità, per quello, infatti, sono necessari una crescita occupazionale e del reddito che convinca gli italiani ad abbandonare i timori economici che hanno caratterizzato gli ultimi decenni.
Un ultimo dato emerso dalla statistica Ismu è quello sulla fede religiosa dei nuovi italiani che, per il 49,4% sono musulmani. Questo dato, come spiegato dal sociologo Maurizio Ambrosini è dovuto da due fattori, il primo riguardante i flussi migratori degli anni: “Trent’anni fa l’immigrazione era quasi esclusivamente musulmana, proveniente dall’Africa sub-sahariana”, afferma Ambrosini, aggiungendo che solo dopo, negli anni ’90, sono giunti anche immigrati dall’Est Europa (per altro adesso presenti in numero maggiore rispetto agli africani). Il secondo invece riguarda proprio la crescente ostilità nei confronti delle comunità musulmane che li ha obbligati a cercare una forma di tutela giuridica: “ Più si pongono ostacoli e più si agita lo spettro dello scontro di civiltà e più gli immigrati, che raggiungono i requisiti di legge richiesti, si difendono acquisendo la cittadinanza”. Nessuna invasione, sottolinea il sociologo, che poi spiega che lo scontro dei prossimi anni sarà tra italiani e nuovi italiani.
Luca Scapatello
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