Papa Francesco manifesta tutta la sua preoccupazione per il nuovo minaccioso conflitto.
Commentando il Vangelo odierno (Lc 24,13-35) dell’incontro di Gesù con i discepoli di Emmaus, papa Francesco ha introdotto il Regina Coeli affacciandosi su piazza San Pietro dalla finestra del Palazzo Apostolico.
Nelle preghiere di Francesco quattro nuovi beati e una visita pastorale riguardo alla quale egli stesso ripone grandi speranze.
Mai aver paura di importunare il Signore
Durante il cammino, Gesù aiuta i discepoli di Emmaus a “rileggere i fatti in modo diverso, alla luce della Parola di Dio”, ha osservato il Pontefice. “Anche per noi, infatti – ha proseguito – è importante rileggere la nostra storia insieme a Gesù: la storia della nostra vita, di un certo periodo, delle nostre giornate, con le delusioni e le speranze. Anche noi, d’altronde, come quei discepoli, di fronte a ciò che ci accade possiamo ritrovarci smarriti di fronte agli eventi, soli e incerti, con tante domande e preoccupazioni”.
L’episodio dell’incontro del Risorto con i discepoli di Emmaus contiene un’esortazione a “raccontare tutto a Gesù, con sincerità, senza temere di disturbarlo, senza paura di dire cose sbagliate, senza vergognarci della nostra fatica a capire”.
“Il Signore – ha proseguito il Santo Padre – è contento quando ci apriamo a Lui; solo in questo modo può prenderci per mano, accompagnarci e tornare a farci ardere il cuore”. Anche noi, come i discepoli di Emmaus, “siamo chiamati a intrattenerci con Lui perché, quando si fa sera, Egli rimanga con noi (cfr v. 29)”.
Esame di coscienza serale: ecco come andrebbe fatto
A metà della meditazione, il Papa ha proposto ai fedeli una modalità di compimento del proprio esame di coscienza serale: ogni sera “rileggere la giornata con Gesù”, quindi “aprirgli il cuore” per “portare a Lui le persone, le scelte, le paure, le cadute e le speranze; per imparare gradualmente a guardare le cose con occhi diversi, con i suoi e non solo con i nostri”. Ciò permetterà di “rivivere l’esperienza di quei due discepoli”.
“Davanti all’amore di Cristo – ha detto Francesco – anche ciò che sembra faticoso e fallimentare può apparire sotto un’altra luce: una croce difficile da abbracciare, la scelta del perdono di fronte a un’offesa, una rivincita mancata, la fatica del lavoro, la sincerità che costa, le prove della vita familiare ci potranno apparire sotto una luce nuova, quella del Crocifisso Risorto, che sa fare di ogni caduta un passo in avanti”.
È fondamentale “lasciare tempo e spazio a Gesù, non nascondergli nulla, portargli le miserie, farsi ferire dalla sua verità, lasciare che il cuore vibri al soffio della sua Parola”.
Quindi, ogni sera, sarà opportuno domandarsi: “com’è stata la mia giornata? Quali sono state le sue perle, magari nascoste, per cui ringraziare? C’è stato un po’ di amore in quello che ho fatto? E quali sono le cadute, le tristezze, i dubbi e le paure da portare a Gesù perché mi apra vie nuove, mi risollevi e mi incoraggi?”.
Quattro coraggiosi martiri tra i nuovi beati
Dopo la recita del Regina Coeli, il Santo Padre ha menzionato la beatificazione, celebrata ieri a Parigi, di Enrico Planchat, sacerdote della congregazione di San Vincenzo de’ Paoli, e di tre compagni sacerdoti della Congregazione dei Sacri Cuori: tutti “pastori animati da zelo apostolico” ed “accomunati nella testimonianza nella fede fino al martirio che subirono a Parigi nel 1871, durante la cosiddetta Comune parigina”.
Con riferimento alla Giornata Mondiale della Terra, tenutasi ieri, il Pontefice ha auspicato che “l’impegno per la cura del creato, sia sempre unito a un’effettiva solidarietà con i più poveri”.
Il Papa ha quindi ricordato che “rimane purtroppo grave la situazione in Sudan”: a riguardo, ha rinnovato il proprio appello “affinché cessi al più presto la violenza” e “sia ripresa la strada del dialogo”, invitando tutti a “pregare per i nostri fratelli e sorelle sudanesi”.
In occasione della 99° giornata dell’Università Cattolica del Sacro Cuore, sul tema Per amore di conoscenza, le sfide del nuovo umanesimo, Francesco ha augurato “al più grande ateneo cattolico italiano di affrontare queste sfide con lo spirito dei fondatori, in particolare della giovane Armida Barelli, proclamata beata un anno fa”.
Venerdì prossimo, il Santo Padre si recherà per tre giorni a Budapest, “a completamento del viaggio compiuto nel 2021 per il congresso eucaristico internazionale. Sarà anche – ha aggiunto – un viaggio al centro dell’Europa sulla quale continuano ad abbattersi gelidi venti di guerra, mentre gli spostamenti di tante persone pongono all’ordine del giorno questioni umanitarie urgenti”.
Rivolgendosi “con affetto ai fratelli e alle sorelle ungheresi, in attesa di visitarli”, ha detto: “So che state preparando con tanto impegno la mia venuta: vi ringrazio di cuore per questo. A tutti voi chiedo di accompagnarmi con la preghiera in questo viaggio”.
In conclusione, ancora un appello a non dimenticare i “nostri fratelli e sorelle ucraini ancora afflitti da questa guerra”.