Papa Francesco oggi da Piazza San Pietro ci spiega qual è il frutto che portano coloro che rimangono uniti a Gesù: “questo frutto è l’amore”.
Gesù, spiega il Papa, usa ancora il “verbo-chiave: rimanere”. Solo rimanendo nel suo amore viene reso possibile che “la sua gioia sia in noi e la nostra gioia sia piena”.
“Ci chiediamo:”, continua il Papa “qual è questo amore in cui Gesù ci dice di rimanere per avere la sua gioia? È l’amore che ha origine nel Padre, perché «Dio è amore» (1 Gv 4,8) Come un fiume scorre nel Figlio Gesù e attraverso di Lui arriva a noi sue creature.
Egli dice infatti: «Come il Padre ha amato me, anche io ho amato voi» (Gv 15,9). L’amore che Gesù ci dona è lo stesso con il quale il Padre ama Lui: amore puro, incondizionato, gratuito. Donandolo a noi, Gesù ci tratta da amici, facendoci conoscere il Padre, e ci coinvolge nella sua stessa missione per la vita del mondo”.
L’essenza di Dio è proprio l’amore, lo stesso in cui ci chiede di restare: “come si fa a rimanere in questo amore? Dice Gesù: «Se osserverete i miei comandamenti, rimarrete nel mio amore»”. Ecco che troviamo la chiave per poter amare, che sono proprio i comandamenti di Gesù.
Papa Francesco inoltre ci svela come questi comandamenti siano “riassunti in uno solo, questo: «Che vi amiate gli uni gli altri come io ho amato voi»”.
Questo amore si deve tradurre in gesti concreti, mettendosi “al servizio dei fratelli”. Cosa significa questo? “Significa uscire da sé, distaccarsi dalle proprie sicurezze umane, dalle comodità, per aprirsi agli altri, specialmente di chi ha più bisogno. Significa mettersi a disposizione, con ciò che siamo e ciò che abbiamo”.
Amare dunque è anche saper dire dei no. Ad esempio, dice il Papa, a questi “altri ‘amori’ che il mondo ci propone: amore per il denaro, per il successo, la vanità, per il potere…. Queste strade ingannevoli ‘di amore’ ci allontanano dall’amore del Signore e ci portano a diventare sempre più egoisti, narcisisti e prepotenti”.
Il Papa denuncia quindi la prepotenza come una “degenerazione dell’amore”, che porta “ad abusare degli altri, a far soffrire la persona amata. Penso all’amore malato che si trasforma in violenza – e quante donne ne sono vittime oggigiorno. Questo non è amore”.
Continua Papa Francesco: “Amare come ci ama il Signore vuol dire apprezzare la persona che ci sta accanto e rispettare la sua libertà, amarla così com’è, non come noi vogliamo che fosse, ma gratuitamente. In definitiva, Gesù ci chiede di abitare nel suo amore, non nelle nostre idee, non nel culto di noi stessi” chi abita nel culto di sé abita come in uno specchio, sempre a guardarci. Gesù ci chiede “di uscire dalla pretesa di controllare e gestire gli altri, ma di fidarci e donarci agli altri”.
Potremmo chiederci però a cosa conduce questo amore: “Ce lo ha detto Gesù: «Perché la mia gioia sia in voi e la vostra gioia sia piena». La gioia che il Signore possiede, perché è in totale comunione col Padre, vuole che sia anche in noi in quanto uniti a Lui”.
“La gioia di saperci amati da Dio nonostante le nostre infedeltà ci fa affrontare con fede le prove della vita, ci fa attraversare le crisi per uscirne migliori. È nel vivere questa gioia che consiste il nostro essere veri testimoni, perché la gioia è il segno distintivo del cristiano“. E il vero cristiano non è triste, continua il Papa.
“Ci aiuti la Vergine Maria a rimanere nell’amore di Gesù e a crescere nell’amore verso tutti, testimoniando la gioia del Signore risorto”.
Il Papa ha espresso preoccupazione quello che sta succedendo a Gerusalemme, e ha ricordato l’attentato terroristico di ieri a Kabul pregando per le vittime. Si è stretto al popolo Colombiano, pregando per la sua patria dove ieri sono avvenuti degli scontri. Ha ricordato il beato Rosario Livatino, oggi agli onori dell’altare, come “testimone nel Vangelo” dalla “fede eroica”, stimolo per la legalità. Saluta le persone affette da fibromialgia, auspicando maggiore attenzione a questa patologia. “Non possono mancare le mamme!” ha detto ancora il Papa, ricordando tutte le mamme, “anche quelle che non ci sono più”.
Elisa Pallotta
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