In questo Lunedì dell’Angelo Papa Francesco loda il coraggio delle donne del Vangelo che non restano chiuse nel loro dolore ma si muovono per compiere un gesto d’amore nei confronti di Gesù.
Il coraggio premia sempre. Le donne vanno contro ogni logica. Sanno che troveranno una tomba chiusa da un pesante masso, ma vanno. Tutta la città ha visto il Signore morto, esse lo annunciano vivo. È la logica della gioia.
Siamo “nell’Ottava” di Pasqua, cioè gli 8 giorni che per la Liturgia prolungano la celebrazione della Resurrezione del Signore Gesù.
Rivivere l’incontro delle donne con Gesù
Papa Francesco commenta i fatti riportati dal Vangelo di oggi. Le donne sono le prime che incontrano Gesù perché sono le prime che vanno al sepolcro. Come tutti, soffrono per quello che è accaduto, ma non restano chiuse nel loro dolore, nei timori e nelle angosce. Visto il sepolcro vuoto corrono verso i discepoli e lungo la strada incontrano Gesù. Quanto ci insegna questa successione di eventi. Gesù le incontra mentre stano andando a portare l’annuncio che il sepolcro è vuoto. A volte pensiamo che è meglio tenere Gesù stretto per noi, mentre qui ci sta insegnando che è proprio nell’annuncio che lo incontriamo. Con un esempio esplicativo il Santo Padre precisa ciò che vuole suscitare negli ascoltatori. Quando nasce un bambino lo raccontiamo a tutti, e nel raccontarlo riviviamo la gioia. Questo accade anche per Gesù, anzi ancora di più perché Lui è la vita stessa. Quando abbiamo incontrato il Signore nasce l’esigenza di annunciarlo agli altri. La provocazione che lancia il Papa è forte: “e tu quando è stata l’ultima volta che hai incontrato Gesù? Lo hai annunciato con gioia e coraggio?” Echeggia in questa riflessione di oggi quanto all’inizio del suo pontificato Papa Francesco ha scritto in Evangelii Gaudium sulla potenza della resurrezione. La risurrezione di Gesù non è una cosa del passato; contiene una forza di vita che ha penetrato il mondo. Dove sembra che tutto sia morto, da ogni parte tornano ad apparire i germogli della risurrezione.
La resurrezione è una forza senza uguali
È vero che molte volte sembra che Dio non esista: vediamo ingiustizie, cattiverie, indifferenze e crudeltà che non diminuiscono. Però è altrettanto certo che nel mezzo dell’oscurità comincia sempre a sbocciare qualcosa di nuovo, che presto o tardi produce un frutto. Ogni giorno nel mondo rinasce la bellezza, che risuscita trasformata attraverso i drammi della storia…A volte ci sembra di non aver ottenuto con i nostri sforzi alcun risultato, ma la missione non è un affare o un progetto aziendale, non è neppure un’organizzazione umanitaria, non è uno spettacolo per contare quanta gente vi ha partecipato grazie alla nostra propaganda; è qualcosa di molto più profondo, che sfugge ad ogni misura. Il Signore si avvale del nostro impegno per riversare benedizioni in un altro luogo del mondo dove non andremo mai. Lo Spirito Santo opera come vuole, quando vuole e dove vuole; noi ci spendiamo con dedizione ma senza pretendere di vedere risultati appariscenti. Sappiamo soltanto che il dono di noi stessi è necessario. Impariamo a riposare nella tenerezza delle braccia del Padre in mezzo alla nostra dedizione creativa e generosa. Andiamo avanti, mettiamocela tutta, ma lasciamo che sia Lui a rendere fecondi i nostri sforzi come pare a Lui.
Nel salutare tutti i presenti il Papa ricorda che 25 anni fa fu firmato proprio in questo giorno il Trattato del Venerdì Santo o di Belfast, passo essenziale per garantire stabilità e futuro all’Irlanda. Auspica che quanto in esso contenuto si consolidi per tutti gli uomini e le donne di questo paese. In conclusione il pensiero va alla cara e martoriata Ucraina.