Ricky Memphis: ” Gesù è come un padre per me”. Non è frequente sentire un personaggio della televisione che parla apertamente della sua fede religiosa. In parte perché si tratta di una sfera molto personale ed in parte perché molti personaggi televisivi sono distanti dalla religione. Sorprende, dunque, che durante una puntata del Maurizio Costanzo Show, Ricky Memphis, attore conosciuto sopratutto per il ruolo dell’ispettore Mauro Belli nella fiction cult degli anni ’90 ‘Distretto di Polizia‘, dichiari apertamente di essere stato salvato da Gesù nonostante sia cresciuto in un ambiente anticlericale:
“Ad un certo punto mi sono liberato da tutte le sovrastrutture, da tutto quello che mi volevano inculcare dove sono cresciuto. Io sono cresciuto in un ambiente abbastanza anticlericale e antireligioso e all’epoca mi vergognavo un pochettino di credere ma sentivo sempre quest’attrazione verso Gesù Cristo. Poi ad un certo punto ho iniziato a pensare con il cervello mio e ho scoperto la fede, grazie a Dio”.
La sincerità e l’apertura dell’attore romano è probabilmente dovuta ad un sentimento di riconoscenza per una trasmissione ed un conduttore che lo hanno portato nel mondo della televisione. Proprio al Maurizio Costanzo Show, Memphis ha mosso i primi passi nel mondo dello spettacolo, prima di allora era semplicemente un cantastorie da locale che intratteneva le persone del luogo grazie alle sue poesie metropolitane. Nonostante il successo ottenuto Ricky (al secolo Riccardo Fortunato) non si è mai montato la testa e conduce una vita molto riservata fuori dal set. D’altronde l’attore viene da un contesto difficile e da un’infanzia dolorosa in cui ha perso il padre quando aveva appena 4 anni che lo hanno fortemente segnato:
“La mia vita è stata segnata dalla precoce morte di mio padre in un incidente stradale, avvenuta quando avevo solo quattro anni: lui lavorava in trasferta a Taranto e faceva di tutto per tornare spesso a Roma ed incontrare mia mamma Rosa, me e la mia sorellina più piccola. Dopo quella tragedia, siamo andati ad abitare a casa di mia nonna e la mia infanzia è stata ugualmente felice, rumorosa e divertente, piena di bambini: mia madre ha dodici fratelli e sorelle, quindi sono cresciuto con tanti zii e cugini che abitavano quasi tutti nello stesso quartiere romano”
Proprio l’immenso dolore per la scomparsa del padre lo ha fatto avvicinare a Dio, un rapporto estremamente personale e nascosto agli altri che lo hanno portato a considerare il Signore come una vera e propria figura genitoriale: “Naturalmente i problemi si scoprono crescendo: mia mamma è stata sempre molto presente, ma è molto difficile non avere un padre ed una relazione maschile, soprattutto in un ambiente sociale alquanto duro come la strada dei sobborghi della Capitale. Solo con il tempo mi sono reso conto di quanto questo dolore e questa mancanza mi abbiano segnato. Però, dentro di me ho sempre sentito la presenza di Dio ed ho sperimentato un continuo scambio con Gesù. Con Lui ho”. Luca Scapatello