La terapia implementata dal compianto dottor Giuseppe De Donno contro il Covid è stata ora finalmente riconosciuta, mentre nel nostro Paese si è avversata tanto da portare il medico eroe al suicidio, per cause ancora oggi sconosciute.
Un triste capitolo riguardante la pandemia che ha provocato una ferita che oggi brucia come non mai.
Il dottore Giuseppe De Donno durante la fase più acuta della pandemia ha salvato la stragrande maggioranza dei pazienti che sono stati in cura da lui, molti dei quali ancora oggi testimoniano il successo e la bontà della terapia al plasma del medico morto sucida, ex primario di pneumologia dell’ospedale ‘Carlo Poma’ di Mantova.
La notizie che posa un macigno sul passato
La notizia del riconoscimento avvenuto nei giorni scorsi da parte del ministero della salute russo, che ha approvato in via definitiva la terapia del Dottor De Donno del sangue iperimmune, giudicandola sicura e neutralizzante, pesa infatti come un macigno sulla coscienza di molti.
Il servizio stampa di Rostec, l’azienda statale russa che ha registrato per prima questo farmaco a base di Covid-globulina, ha infatti spiegato negli ultimi giorni che il farmaco “covid globulina”, creato sul plasma sanguigno dei malati, ha superato con successo gli studi clinici e ha ricevuto l’approvazione definitiva in Russia. Da questo momento in poi, la terapia entra a fare parte di quelle che nel Paese verranno utilizzate per salvare vite.
Il farmaco, realizzato grazie ad un processo di selezione del plasma di persone che hanno già avuto un’infezione da covid-19, farmaco contiene anticorpi contro il virus e aiuta l’organismo a superare la malattia permettendo al sistema immunitario di creare rapidamente i propri anticorpi. Somministrandolo al paziente, si impedisce alla malattia di assumere una forma grave.
I test hanno infatti dimostrato che 7 pazienti su 10 trattati anche con globulina Covid si sono visti diminuire in maniera notevole la forma più grave della malattia, e in questa percentuale di casi la terapia ha impedito lo sviluppo di complicanze come tempesta di citochine, insufficienza renale, complicanze tromboemboliche, sviluppo di sindrome da distress respiratorio acuto, danni polmonari estesi o peggioramento dei sintomi clinici.
Il riconoscimento del dottore Giuseppe De Donno in Russia
“Lo sviluppo della holding Nacimbio della Rostec State Corporation durante gli studi clinici ha confermato l’efficacia, la sicurezza e la capacità di neutralizzare il coronavirus. Secondo i risultati della ricerca, il farmaco COVID-globulina ha ricevuto un certificato di registrazione permanente del Ministero della Salute della Russia“, afferma il comunicato dell’azienda, in cui si conferma che la sua introduzione aiuta il corpo a prevenire la transizione della malattia da forma lieve a grave.
Il dottore Giuseppe De Donno è stato quindi ufficialmente riconosciuto in Russia per la sua cura contro il Covid il sangue iperimmune, non solo funzionante ma anche a costo ridottissimo, a differenza delle vaccinazioni. Ma ancora in Italia quasi tutto tace.
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Non bastasse, è notizia delle ultime ore, svelata dal quotidiano La Verità, che il professor Massimo Galli non solo ha avuto il Covid nonostante le tre vaccinazioni ma che è stato curato con gli anticorpi monoclonali, gli stessi su cui il dottor De Donno aveva fatto luce nonostante sia stato trattato come un folle e un criminale dalla comunità scientifica.
Le terapie con i monoclonali che derivano dagli studi di De Donno
Di fatto le terapie con i monoclonali derivano proprio dagli studi di De Donno sul plasma iperimmune, con la differenza che sono più costose di queste ultime. Galli si è sempre espresso contro le cure monoclonali, salvo poi assumerle nel momento in cui lui stesso si è trovato malato. Crisanti aveva addirittura parlato di “spreco di soldi senza precedenti”.
“De Donno è stata apripista rispetto agli anticorpi monoclonali che sono sostanzialmente una scelta tra i tanti anticorpi che il nostro organismo produce naturalmente”, è quanto invece ha affermato Fabrizio Pregliasco, un altro virologo sempre presente sui media, l’unico che è riuscito a spendere una parola buona per il medico eroe De Donno.
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In Italia, conosciamo l’immunizzazione passiva con immuglobulina dall’estate 2020, grazie al dottor De Donno, ma nonostante ciò il Ministero della Salute non ha mai voluto prendere in considerazione la terapia. Ancora oggi, dopo ben due anni, il Governo non dà risposte in merito alle terapie domiciliari, che nel frattempo sono state approvate da alcune regioni nei giorni scorsi, come ad esempio nelle Marche.
La rabbia di constatare che in Italia tutto tace ancora
Non si può però che non provare rabbia di fronte alla constatazione che il medico si sia tolto la vita dopo che la sua scoperta, che guariva sotto i suoi occhi tutti coloro che venivano curati, non veniva riconosciuta e continua ancora oggi a non esserlo, per favorire strade che – volenti o nolenti – ingrassavano le tasche delle grandi case farmaceutiche ma nel frattempo mietevano vittime.
De Donno per primo aveva iniziato a curare il Covid con le trasfusioni di plasma iperimmune, prendendo l’infusione di sangue di contagiati dal coronavirus e trasferendolo, dopo un opportuno trattamento, negli altri pazienti infetti che miglioravano in percentuali vicine al cento per cento.
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Nel frattempo, il governo e tutti i rappresentanti della comunità scientifica non solo additavano De Donno come un ciarlatano ma continuavano a imporre la terapia domiciliare composta da “tachipina e vigile attesa”. Continuando a puntare solamente sul vaccino, nonostante i risultati nient’affatto ottimali che si continuano ancora oggi a vedere, obiettivamente, con la ripetizione di dosi una dietro l’altra.
De Donno: “sono un medico di campagna, non azionista Big Pharma”
“Perché la terapia con plasma iperimmune non raccoglie consensi ufficiali? Costa troppo poco rispetto ad altre terapie farmacologiche e non rende abbastanza alle case farmaceutiche?”, si è chiesto uno dei guariti con la terapia del dott. De Donno, come riportato dal Fatto quotidiano.
“Temo che sia proprio così. Trials clinici con plasma sono stati boicottati a più riprese. Pochi centri si sono dedicati a questa ricerca. Poca informazione su questo tema è stata propagandata. La salute è una merce che deve sottostare alle regole dell’economia e quindi del profitto?”, è la tragica domanda di chi visse sulla propria pellequei momenti, e la guarigione con la terapia di De Donno.
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La risposta la diede lo stesso dottor De Donno, il 15 giugno 2020 in una intervista su La Verità, in cui disse: “La terapia con il plasma costa poco, funziona benissimo, non fa miliardari. E io sono un medico di campagna, non un azionista di Big Pharma”.