Qual era il vero volto di Maria? Una domanda che è di molti, e uno studioso è riuscito a dare una risposta attendibile. Intervistato in esclusiva da La Luce di Maria, ci aiuta a dare un forma “concreta” a una Donna vera, realmente esistita.
“Questa immensa bellezza non assomiglia a quella che siamo abituati a vedere, è molto più tangibile”, afferma lo studioso che ne ha ricavato l’immagine. “Sono stato subito colpito da due aspetti: la bellezza plastica e la dignità del volto…”.
Gesù e Maria sono passati su questa terra più di 2000 anni fa, e vi hanno camminato con un corpo proprio come lo abbiamo noi. Provare a pensare a quale possa essere stato il loro volto, come capita spesso nella preghiera, è un modo per sentirli più vicini.
In questo, studi approfonditi e nuove tecnologie ci aiutano a capire meglio. Ce ne parla Átila Soares Da Costa Filho, docente universitario e disegnatore brasiliano, che in particolare, attraverso le sue ricerche, ha realizzato una ricostruzione del volto di Maria Santissima che sta facendo letteralmente il giro del mondo.
Attraverso l’utilizzo di strumenti tecnologici e approfondimenti è riuscito a ricavare particolari tratti somatici della Madonna: quali?
“I miei interventi tecnici sono stati effettuati, in particolare, sul naso, sulla bocca e sul contorno mandibolare. Ovviamente, ho lavorato con criterio per non sovrastare quanto l’Intelligenza Artificiale aveva presentato, e seguendo un modello antropologico”.
Come è nato in lei il desiderio di intraprendere questa ricerca e qual è la sua storia?
“Ho sempre avuto un grande interesse per il Cristianesimo primitivo. Direi proprio che sin dall’infanzia mi piaceva leggere e studiare sull’iconografia cristiana e questo interesse fa parte della mia vita quotidiana fino a oggi: sia in ambito archeologico che in quello di arte sacra.
Ma è stato circa un anno fa che mi sono reso conto che si poteva disporre della tecnologia per arrivare a una buona approssimazione di quella che sarebbe stata la fisionomia di Maria attraverso un semplice sillogismo (in base alla Sindone di Torino) e, quindi, ho pensato che il momento fosse adesso.
Tale sillogismo sarebbe questo: se abbiamo ottenuto il volto dell’uomo della Sacra Sindone, e ritenendo che sia quello di Gesù risorto, allora possiamo avere anche il volto di Sua Madre – vista l’eccezionalità del fenomeno dell’Immacolata Concezione.
Interessante pensare, inoltre, che, se Secondo Pia ha usato la recente invenzione della Fotografia per rivelare quello che sarebbe stato il vero volto di Gesù, oggi – poco più di cento anni dopo – possiamo usare l’Intelligenza Artificiale per rivelare come sarebbe stato il volto di Maria, Sua madre: ogni epoca con la sua tecnologia d’avanguardia.
È stato così che ho deciso di iniziare i miei esperimenti, partendo dal miglior riferimento che abbiamo sulla ricostituzione del volto della Sindone di Torino, opera del designer americano, Ray Downing, che, nel 2010, è stato coinvolto in un progetto con la più avanzata tecnologia forense per rivelare il vero volto dell’uomo nella Sindone”.
Quali tecnologie ha usato e su quali teorie e prove ha basato la sua ricerca?
“Ho utilizzato quattro software, tra cui uno con un’ingegneria simile a quella del Photoshop, poi un programma di edizione di immagini, uno di intelligenza artificiale e reti neurali convoluzionali (per il cambiamento di genere) e un altro per la definizione della forma del viso. Le basi teoriche su cui si poggiano i miei studi derivano soprattutto dai mie studi sul Catechismo e dai dibattiti nei concili della Chiesa, nonché dal pensiero greco sull’estetica e dalla filosofia medievale sulla Bellezza.
Trattandosi di una visione teologica non ancora definitiva, mi sono basato su uno dei discorsi cattolici più convincenti – a mio avviso – su quale sarebbe il rapporto ereditario tra Gesù e Sua madre: quello che difende Maria come la sola responsabile dell’aspetto carnale del Messia.
A proposito, vorrei aggiungere che: il pensiero cattolico più tradizionale ritiene che, in realtà, Gesù avrebbe ricevuto 50% del DNA da Maria, umana, e gli altri 50% dallo Spirito Santo, immateriale, in una concezione completamente immacolata.
In merito, Papa Pio IX, nel 1854, proclamerà la bolla “Ineffabilis Deus”, definendo la dottrina dell’Immacolata Concezione di Maria. Inoltre, va ricordato che Cristo era comunemente riferito come “appartenente alla progenie (o Casa) di Davide” e “di lignaggio reale” – solo dalla parte della madre.
In aggiunta, Gesù non ha mai rinnegato la Sua eredità ebraica – a qualsiasi livello -, il che ci porta a considerare, quindi, una condizione genetica per il Cristo-uomo nei confronti di Maria. Secondo le Scritture, Giuseppe, essendo il padre adottivo di Gesù, non ha avuto alcuna partecipazione biologica alla formazione carnale del Messia.
Quindi, solo a Maria, Sua madre, spetterebbe questa attribuzione riguardo alla natura umana di Cristo. Sicuramente ci saranno tante discussioni in merito, ma è del tutto ragionevole supporre che il materiale biologico che definirebbe l’aspetto di Gesù, considerando la Sua eredità genetica soltanto in Maria (perché umana, non immateriale), avrebbe definito l’aspetto di Quello – “frutto del seno” – molto simile all’aspetto di questa, la Sua unica progenitrice carnale”.
Si potrebbe ipotizzare che il volto ottenuto sia “in realtà” il volto di Maria o che si avvicini molto alla realtà? In termini di accuratezza, quanto possiamo pensare che le ricostruzioni siano realistiche?
“Se si crede veramente che la Sacra Sindone sia una prova della risurrezione di Gesù, sì, penso che l’attendibilità dell’immagine di Maria che ho ottenuto e presentato sia vicina al 100%. Le procedure più decisive in questo esperimento sono state, soprattutto, di natura matematica”.
Quali impressioni ed emozioni ha provato durante il processo di ricerca e con i risultati che ha ottenuto?
“Sono stato subito colpito da due aspetti: la bellezza plastica e la dignità del volto – da adulta, per la prima volta realizzato e portato alla luce dopo essere stato nascosto per tanti secoli. Questa immensa bellezza non assomiglia a quella che siamo abituati a vedere, è molto più “tangibile”… Maria non era una fata, o una regina elfica dei racconti di Tolkien; se così fosse, una “bacchetta magica” avrebbe facilmente risolto tutte le sue grandi afflizioni, già dal momento in cui cercava un posto per partorire.
Anzi: secondo la Bibbia, apparteneva al mondo in cui era nata e vissuta… ed è stato così – con i piedi per terra – che ha affrontato tutti i suoi problemi quotidiani e le più grandi sfide della sua missione. Partendo da questa premessa più ampia, più realistica e razionale, ho deciso di rappresentarla anche come una donna che faceva uso di prodotti cosmetici – usati anche dai più grandi eroi biblici – particolarmente attenta al proprio aspetto.
La cosmetica era molto comune nell’antico Egitto, dove Maria è vissuta per alcuni anni. Inoltre, non dobbiamo ignorare che le donne in Oriente ricorrevano all’uso di creme – come quella rossa – per proteggere le labbra dalla secchezza e dalle screpolature. È naturale che anche lei si prendesse cura di sé.
Queste sono le fattezze di Maria che vi ho voluto portare – e che mi è stata portata anche dall’Intelligenza Artificiale: una donna di circa 30 anni, con un aspetto forte, ma solenne; una donna drammaticamente coinvolta nel sacrificio del Redentore… suo Figlio. Maria è gloria, ma anche dolore e dedizione assoluta.
Inoltre, ho voluto presentare anche una versione più giovane della madre di Gesù, una Maria adolescente sorridente: è la freschezza giovanile, la rappresentazione della gioia e delle aspettative, delle promesse e della speranza su una vita appena iniziata…e, soprattutto, un preannuncio della Maternità Divina. E, particolarmente di questi tempi, vedere Maria che ci sorride è speranza. Un sorriso illumina – E Dio è luce”.
Si parla molto dei suoi studi, sia in termini di valore tecnico-scientifico che spirituale. Che implicazioni potrebbero avere in futuro?
“È molto difficile rispondere a questa domanda. Potrei dire come tutto questo abbia risuonato fin qui e, forse, possiamo speculare su come si svilupperà… Comunque il fatto è che il futuro continuerà a sorprenderci.
Per ora posso affermare che le conclusioni di questo esperimento sono state approvate dal maggior sindonologo di fama mondiale, il ricercatore e conferenziere Barrie Schwortz, fotografo ufficiale dello storico Progetto STURP. Il mio studio è inoltre citato nel sito web Shroud.com, la più grande e importante fonte di informazioni sulla Sacra Sindone mai esistita, fondato da Schwortz.
Su iniziativa del Dr. Marco Daniel Duarte, la ricerca risulta anche negli archivi del Dipartimento degli Studi del Santuario di Fatima, in Portogallo, di cui Marco è direttore.
Un altro fatto interessante e significativo è che le due immagini (Maria adolescente e adulta) stanno diventando molto popolari, soprattutto nelle manifestazioni di fede in Europa Orientale, in particolare in Polonia. Entrambe appaiono vincolate a questioni politiche in quei paesi e sono diventate addirittura un’icona delle cause umanitarie a favore dei profughi: “Maria, Santa Patrona dei profughi”.
È stato riferito, inoltre, che questo progetto avrà un impatto significativo sugli studi mariani d’ora in poi.
Ripeto, a mio avviso, il futuro è molto imprevedibile. Un anno fa, io stesso non mi sarei mai immaginato coinvolto e responsabile di un progetto simile… Per davvero”.
LEGGI ANCHE: Il vero Volto della Madonna mostrato in una visione
Ha intenzione di continuare e “perfezionare” questo studio?
“Sì, apportare correzioni (o persino modifiche) ‘a posteriori’ su qualche particolare grafico è molto naturale in questo tipo di ricerca. Parlo ovviamente di minimi particolari che non dovrebbero compromettere il risultato già ottenuto. Da quando le due immagini sono state pubblicate per la prima volta, hanno già avuto una terza versione di miglioramento – finita da poco. Ma spero, ovviamente, di concluderlo un giorno… Oggi direi di sì, è concluso.
Chi è lo studioso che è risalito al “vero” volto di Maria?
Átila Soares è brasiliano, insegnante, stimatore di opere d’arte, ricercatore e autore di quattro libri. Ha una laurea in Disegno Industriale conseguita presso la Pontifícia Universidade Católica di Rio de Janeiro nonché titoli di specializzazione post laurea in Storia, Filosofia, Chiesa Medievale, Sociologia, Storia dell’Arte, Antropologia, Archeologia e Beni Culturali.
È, inoltre, collaboratore nella rivista “Humanitas” (Ed.Escala, São Paulo) e nei siti web “Italia Medievale” (Milano) e “Nova Acrópole” (Lisbona). Fa parte del comitato scientifico della Mona Lisa Foundation (Zurigo), della Fondazione Leonardo da Vinci (Milano) e del progetto L’Invisibile nell’Arte (Roma).
Traduzione a cura di: Valeria Vicentini