La storia che stiamo per raccontarvi è quella di una mamma coraggio che si è donata fino in fondo per sua figlia.
Tonia scopre di avere un tumore molto raro che solitamente colpisce gli uomini, e di età oltre i 65 anni.
Contemporaneamente la scoperta di essere incinta accende una luce forte in quel momento di tenebra. E decide di portare avanti la sua gravidanza, rifiutando ogni tipo di cura.
Una mamma coraggiosa e innamorata
Quella di Tonia Accardo è una storia, non solo di una mamma coraggio, ma anche di una donna che ha deciso di prendere una decisione forte, ma allo stesso tempo sofferta, pur di far nascere la sua bambina. In suo ricordo e, soprattutto, in memoria del suo sacrificio, oggi a Napoli, una casa di accoglienza è intitolata proprio a lei.
Ma partiamo dall’inizio. Tonia e Nicola si conoscono nel lontano 1990 e, dopo 13 anni di fidanzamento, decidono di coronare il loro sogno d’amore, e di dare il via ad una famiglia tutta loro. Tonia, dopo la laurea in Giurisprudenza, decide di intraprendere il percorso per diventare avvocato penalista, mentre Nicola invece è un commercialista.
I due giovani si sposano nel 2003 e i primi due anni di matrimonio trascorrono felici in attesa dell’arrivo di un figlio. Ma è stato quell’agosto del 2005 a svelare le carte più brutte per Tonia stessa. In seguito ad un incidente stradale, la giovane donna scopre di avere un tumore raro: un carcinoma alla ghiandola salivare sublinguale. Si tratta di un tumore molto raro per una donna e per giunta giovane, visto che colpisce gli uomini dai 65 anni in su.
La scoperta del tumore ma, anche, quella della sua gravidanza
Il mondo sembra crollare addosso a Tonia e Nicola, ma lei ha qualcosa di saldo e forte più di ogni altra cosa alla quale appoggiarsi: la fede. Tonia è sconvolta, atterrita non sa che fare. Decide di sottoporti ad una Tac per capire a che stadio è la sua malattia, ma decide di farlo dopo le feste di Natale di quell’anno, ormai prossime al loro arrivo.
Una decisione, quasi dettata da qualcosa di superiore, perché, proprio durante quel periodo, in un controllo ginecologico, Tonia scopre di essere incinta: “Una luce improvvisa si riaccende negli occhi di mia moglie, quella luce che si era spenta alla scoperta della malattia, ecco ora illuminare nuovamente il suo sguardo” – racconta Nicola.
Cosa fare? Tonia non ci pensa su due volte: la vita di quel bambino che porta in grembo è più importante di qualunque altra cosa: “[…] Sono sicuro che se non ci fosse stata Sofia, la mia Tonia sarebbe morta molto prima. Sofia era la sua ragione per lottare e per vivere” – spiega Nicola. Il rischio c’era nel rimandare le cure da parte di Tonia per affrontare il suo male, anche quella dell’operazione chirurgica. Ma lei aveva scelto: “La bambina sarebbe stata la medicina migliore contro il suo male” – spiega il marito.
E così è stato. Tonia aveva già deciso e, con convinzione, affermava: “Se sarà necessario, afferma, lascerò il mio posto su questa terra alla mia piccolina”. La gravidanza continua: da un lato c’era la gioia di questo momento così bello e felice per la coppia, ma dall’altro c’era la paura per il male che, comunque era sempre presente e non aveva nulla che lo stava contrastando.
La prima operazione e, poi, il parto d’urgenza
Ma le cure possono esser rimandate fino ad un certo punto. Al quinto mese di gravidanza, i medici le dicono che non si può più aspettare. Tonia, prima di accettare, chiede che il reparto sia pronto, in primis, a dare ogni tipo di cura possibile per la sua piccola, anche nel caso si richiedesse un cesareo d’urgenza.
La giovane mamma viene operata all’ospedale “Pascale” di Napoli nel 2006 e la sua operazione dura quasi 9 ore. L’operazione va bene, ma al settimo mese di gravidanza, i medici scelgono per un cesareo d’urgenza: Tonia non può davvero più aspettare per curarsi. Il parto era previsto per il 10 giugno di quell’anno, ma le condizioni della giovane mamma fanno anticipare il lieto evento. La piccola Sofia nasce e pesa soltanto 1kg e 800grammi, ma è forte come la sua mamma.
La forza di una mamma e della sua bambina
All’inizio di luglio, mamma, papà e piccolina tornano a casa. È il momento, per Tonia, di iniziare la sua battaglia contro il male. Radioterapia e una nuova operazione chirurgica: tanti passaggi che la portano anche in Germania. Il male però avanza e consuma Tonia ogni giorno di più. Ma con lei ci sono la sua bambina e la sua forte fede.
L’ultimo viaggio della speranza a Berna che la riporterà a casa agli inizi di febbraio 2008 quando Tonia, morirà nella sua casa, con accanto l’amore di Nicola e della piccola Sofia.
Oggi, il ricordo del coraggio di questa mamma non si è perso, anzi. A Napoli c’è una casa accoglienza che porta il suo nome. Un nome che rimarrà impresso, come il suo coraggio, nella memoria di molti.