I miracoli compiuti da Padre Pio da Pietrelcina, non sono solo quelli avvenuti dopo la sua morte e che lo hanno fatto diventare Santo.
Anche quando il frate era in vita, ha compiuto innumerevoli prodigi che, nel corso degli anni, sono stati messi per iscritto e raccolti anche dai frati che vivevano insieme a San Pio nel convento di San Giovanni Rotondo.
Testimonianze e racconti che sono stati pubblicati in diverse raccolte e libri vari che ci fanno capire quanto Padre Pio fosse un santo già in vita. Alcuni di questi miracoli sono noti, altri invece un po’ meno.
C’è un sacerdote, Padre Paolo Covino, che ha raccolto e raccontato alcuni episodi significativi della vita di Padre Pio all’interno del suo libro, intitolato “Ricordi”. Si tratta di un racconto molto significativo di un fatto che è avvenuto in quella che era la sagrestia dell’antica chiesa di “Santa Maria delle Grazie” di San Giovanni Rotondo.
Quella che stiamo per raccontarvi è la storia di Giuseppe Canaponi, un uomo della provincia di Siena. Era il 1945, nel mese di gennaio, quando Giuseppe venne investito da un camion mentre stava andando al lavoro in moto. Diverse sono le fratture che riporta e quando arriva in ospedale, le sue condizioni sono davvero critiche.
Il calvario è davvero lungo ma Giuseppe non si arrende nonostante la sua condizione si semi infermo. Le fratture al cranio, alla gamba sinistra, alle costole: riuscirà a camminare ma con grande fatica e difficoltà, con il rischio di peggiorare la sua condizione, e solo con l’aiuto indispensabile delle stampelle.
Padre Pio fa il miracolo
Due anni dopo l’incidente, nel 1947, insieme a sua moglie e a suo figlio, Giuseppe si recò a San Giovanni Rotondo e andò a confessarsi da Padre Pio. Ed è lui stesso a raccontare ciò che accadde: “Mentre ero in ginocchio avvertii una scossa elettrica che mi diede sollievo e provocò in me un grande benessere”: La sua testimonianza fu raccolta anche da Padre Covino nel suo libro.
Giuseppe continua a raccontare che, quando Padre Pio alzò la mano per dargli l’assoluzione, lui a quel punto si sentiva benissimo. Nel mentre, il Santo frate gli rivolse queste parole: “Prometti di mutar vita. Diversamente a che serve la grazia?”.
Padre Pio aveva letto nel cuore di Giuseppe che dal canto suo, aveva fatto la sua promessa: “Promisi, baciai la mano, raccolsi la stampella ed il bastone e cominciai a camminare speditamente. Mia moglie, al vedermi guarito, mi venne incontro con il figlioletto e piangemmo commossi”.
Il miracolo e il ringraziamento al Santo Frate
La volontà di tornare nuovamente a ringraziare Padre Pio è immediata e, anche in quel caso, le parole del Santo frate sono limpide e pure: “Non l’ho fatto io la grazia. L’ha fatta il Signore. Ringraziate Lui.”
Passano 30 anni, ed è il 1973 quando Giuseppe muore. Due mesi prima di morire, padre Covino ha incontrato Giuseppe nella sagrestia della chiesa di San Giovanni Rotondo, ed è stato proprio in quel luogo e in quel momento che decide di farsi raccontare la sua storia, la storia di quel miracolo compiuto da Padre Pio quando era ancora in vita ma già in odore di santità.
“I medici vedono le lastre col ginocchio fuori posto, il femore storto con tessuto calloso intorno alla rotula del ginocchio, e rimangono sbalorditi che io cammino speditamente. Ecco perché mi ritengo un morto ambulante” – sono state le parole di Giuseppe di fronte a una guarigione straordinaria che lascia interdetti anche i medici.
fonte: padrepio.it