Rischio crollo anche nella Capitale: sotto monitoraggio il ponte della Magliana, il viadotto che collega Roma Sud a Fiumicino, tanto che l’allerta ha fatto scattare, nel mese di Aprire, un’ interrogazione parlamentare a riguardo.
Nonostante questo, nessuno finora si è espresso, lasciando senza risposta coloro che ne hanno dato notizia, in primis il deputato Mancini, che ora chiede anche il sostegno di Matteo Salvini: “Stiamo parlando di un’arteria che ha superato da tempo il limite massimo di servizio consentito, pari a 50 anni, essendo stata costruita nel 1950. Fa parte del tratto urbano dell’autostrada Roma-Fiumicino e intorno alla struttura ci sono troppi dubbi, ci sono troppi dubbi, anche da parte di molti esperti del settore, come ad esempio la Facoltà di ingegneria dell’Università la Sapienza, che, in uno studio, avrebbe evidenziato lo stato di insicurezza e una significativa decadenza fisica del ponte”.
Rischio crollo per i ponti di Morandi?
Anche il ponte della Magliana è stato progettato da Morandi, ben 70 anni fa, e non è il solo in Italia (e all’estero) oltre a quello di Genova, crollato qualche giorno fa.
Ecco alcuni degli altri ponti che portano il nome di Riccardo Morandi: il viadotto Petrulla (già chiuso anni fa), che collegava Agrigento a Porto Empedocle; il ponte Bisantis, che parte dal centro di Catanzaro; il ponte General Rafael Urdaneta, in Veneziuela (anch’esso già crollato); il ponte sul Wadi al-Kuf, in Libia, già chiuso al traffico.
Ormai è chiaro a chiunque che i tanti ponti costruiti in quella maniera e con quei materiali hanno una data di “scadenza” e pare che il ponte della Magliana abbia superato di 20 anni, addirittura, il limite massimo di sopravvivenza per strutture di questo genere.
Il ponte della Magliana è attraversato ogni giorno da migliaia di mezzi e tantissime persone. Mentre attendiamo che i Vigili del Fuoco, preposti al controllo, facciamo e comunichino l’esito dei test sulla possibilità che crolli o meno, sollecitiamo le autorità a fare qualcosa, al più presto, perché non vogliamo che la tragedia di Genova, che ha segnato col dolore centinaia di famiglie (tra le vittime del crollo e coloro che sono stati costretti ad abbandonare per sempre la loro abitazione) si ripeta ancora, in nessuno luogo della nostra trascurata Italia, Paese che ha ogni tipo di esperto e conoscenza, in quanto ad ingegneria, ma che, troppo spesso, si adagia su quel “lo faremo a breve”, che non arriva mai.
Antonella Sanicanti