“… io vi dico di non opporvi al malvagio; anzi se uno ti percuote la guancia destra, tu porgigli anche l’altra; e a chi ti vuol chiamare in giudizio per toglierti la tunica, tu lascia anche il mantello. E se uno ti costringerà a fare un miglio, tu fanne con lui due. Dà a chi ti domanda e a chi desidera da te un prestito non volgere le spalle.
… io vi dico: amate i vostri nemici e pregate per i vostri persecutori, perché siate figli del Padre vostro celeste, che fa sorgere il suo sole sopra i malvagi e sopra i buoni, e fa piovere sopra i giusti e sopra gli ingiusti. Infatti se amate quelli che vi amano, quale merito ne avete? Non fanno così anche i pubblicani? E se date il saluto soltanto ai vostri fratelli, che cosa fate di straordinario? Non fanno così anche i pagani? Siate voi dunque perfetti come è perfetto il Padre vostro celeste.”
(Matteo 5, 39-48)
Duro, durissimo eseguire questa richiesta di Gesù. Troppe volte siamo tentati di voler rispondere prontamente a ci affronta, per difenderci e non permettere che alcuno si arroghi il diritto di sopraffarci. Ciò che in effetti Gesù ci chiede e ci insegna è una “rivoluzione cristiana”, che comporta il non ricorrere alla vendetta personale, ma alla giustizia che deve però essere rimessa nelle mani del Padre, mai nelle nostre.
Dice il Santo Padre Francesco: “Gesù non chiede ai suoi discepoli di subire il male, anzi, chiede di reagire, però non con un altro male, ma con il bene. Solo così si spezza la catena del male.”. “La rappresaglia non porta mai alla risoluzione dei conflitti. “Tu me l’hai fatta, io te la farò”: questo mai risolve un conflitto e neppure è cristiano.”. “… non vuol dire che le esigenze della giustizia vengano ignorate o contraddette; no, al contrario, l’amore cristiano, che si manifesta in modo speciale nella misericordia, rappresenta una realizzazione superiore della giustizia.”.
Il cristiano è chiamato a distinguersi proprio in queste difficili prove, che non richiedono l’implicazione di chissà quali forze o quali situazioni, semplicemente si applicano al quotidiano, ad ogni circostanza in cui potremmo “rispondere per le rime”, invece scegliamo di sfoderare un sorriso.
Dice ancora Papa Francesco: “Nemici sono anche coloro che parlano male di noi, che ci calunniano e ci fanno dei torti. E non è facile digerire questo. A tutti costoro siamo chiamati a rispondere con il bene.”.
Come dicevo poc’anzi, è duro, durissimo, ma noi siamo i cristiano, i seguaci di Cristo e possiamo farcela a mostrarci differenti, da come la selvaggia natura umana ci imporrebbe.
Non dimentichiamo che abbiamo a disposizione uno strumento efficacissimo per imparare ad essere misericordiosi: la preghiera, che ci collega al cielo e ci quieta nelle prove.