Alcuni ristoratori italiani solleveranno le saracinesche dei propri locali come richiesta simbolica d’aiuto ai comuni ed al governo.
Proprio i ristoranti, i pub e le pizzerie sono le attività che vengono tenute meno in considerazione per l’inizio della fase 2.
Quando riapriranno i ristoranti?
In questi giorni si parla costantemente della “Fase 2”, ovvero la riapertura delle attività lavorative in varie zone d’Italia. Al momento non ci sono notizie certe su quali e quante attività potranno tornare in funzione, ma dalle ipotesi emerse in questi giorni pare che ad inizio mese tocchi solamente alle fabbriche e alle aziende. Tanti, dunque, i lavoratori che rimarrebbero a casa fino almeno al 18 maggio, termine entro il quale potrebbe essere dato spazio a ristoranti, pizzerie e bar.
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Proprio l’assenza di notizie certe su quando possano tornare in funzione le attività di ristorazione ha fatto sì che alcuni ristoratori si accordassero per protestare contro il governo. David Ranucci, imprenditore milanese, Paolo Bianchini, ristoratore di Viterbo, e Mirko Zuffi (anch’esso imprenditore) hanno deciso di fare sentire la voce di un settore che da sempre rappresenta l’eccellenza italiana e che è anche un traino importante per l’economia nostrana.
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I ristoratori alzano le saracinesche in segno di protesta
Concordi nell’idea che bisognava fare emergere la voce di tutta la categoria, i tre ristoratori hanno cominciato a contattare i colleghi e a chiedergli di diffondere la voce. In poco più di due giorni sono riusciti a raccogliere l’adesione di molti professionisti del settore ed hanno organizzato un flash mob di protesta contro il disinteresse mostrato nei confronti dell’industria della ristorazione. L’iniziativa si chiama “Battere un colpo” e prevede che i ristoranti alzino le saracinesche alle ore 21 del 28 aprile.
Uno degli organizzatori dell’evento ha dichiarato a ‘Gambero Rosso’: “Invece di abbassare le saracinesche come avviene di solito nelle proteste dei commercianti, noi le alzeremo”. Quindi aggiunge: “Invitando il Governo a prendere subito in considerazione misure a sostegno di uno dei comparti della nostra economia tra i più strategici; onde evitare che tanti di noi non avranno più la possibilità di alzarle di nuovo perché falliti“. Il giorno seguente tutti i ristoratori che hanno aderito, andranno al Comune per consegnare le chiavi dell’attività: “segno di richiesta di aiuto e di sostegno; affinché l’accensione delle luci della sera prima non sia l’ultima”.
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Luca Scapatello