Una vita di passione quella vissuta da Rita Forte, cantante e pianista che ha riscontrato un notevole successo tra gli anni’80 e ’90 in svariati programmi televisivi. La passione per la musica, però, non è l’unico amore della sua vita, da sempre Rita è accompagnata da una fede ferrea che si è consolidata dopo il terribile incidente che poteva costarle la vita: un’auto l’ha investita e ferita gravemente.
Sono stati giorni difficili quelli per la cantante, superati solo grazie all’affetto dei suoi cari ed alla sua fede: “In quella circostanza mi sono avvicinata ancora di più alla fede perché mi sentivo veramente miracolata: ho trascorso 40 giorni a letto in trazione. Tenevo una serie di santini sotto il mio cuscino, me li portava chi veniva a trovarmi; ogni tanto cadevano e gli infermieri mi chiedevano cosa fossero. Mia madre, molto generosa e buona, mi ripeteva: ‘Abbi fede’. Se io sono così lo devo a lei, al suo insegnamento. Era molto devota di papa Wojtyla, le ho lasciato la sua immagine fra le mani quando è morta”.
La morte della madre è un duro colpo per Rita Forte che perde oltre che la figura genitoriale anche un’amica fidata che le è sempre stata affianco, anche e sopratutto nei momenti di difficoltà. Nel 2011 comincia un altro capitolo della sua vita, incontra l’amore, quel Raniero con cui era stata fidanzata da ragazzina e che non aveva mai smesso di amare. Rita non ha dubbi quello è un segno che la madre continua a pensarla e la vuole felice con qualcuno accanto che la ama profondamente: “Mia madre lo conosceva e di lui era contenta: era di buona famiglia, educato, bravo e bello, diceva. Penso che me lo abbia mandato lei: desiderava che io avessi un compagno, si rammaricava che fossi sola, anche sei io la tranquillizzavo replicando che avevo il lavoro, gli amici”.
Superati i momenti difficili e trovato l’amore della vita Rita va avanti e lavora in serate e spettacoli teatrali, sicura che avrà la protezione di Dio e della sua patrona: “Mi reputo fortunata: dall’aldilà Gesù, i santi mi hanno aiutato. Quando ho avuto l’incidente sono stata per tre mesi ricoverata in ospedale e ho visto chi sta molto peggio; io potevo rimanere zoppa, questo non lo dimentico. Però non bisogna mai piangersi addosso, ma essere ottimisti e avere fiducia in Dio”.