Lunedì 18 maggio ricominciano le Messe dopo un periodo in cui i cristiani sono stati messi a dura prova, impossibilitati dal ricevere l’Eucarestia.
Ma in cui allo stesso tempo il desiderio di incontrare la Presenza Reale di Gesù nella Comunione è cresciuto. Tuttavia, la crisi sanitaria dovuta al coronavirus non è stata per nulla superata, anzi ancora l’emergenza incombe. Nell’occasione, cesseranno anche le trasmissioni in diretta della Messa di Papa Francesco da Santa Marta. Un momento che ha permesso milioni di persone di stare vicine al Pontefice e alla Chiesa in questo tempo difficile.
Un tempo che sarà difficile dimenticare per il privilegio di poter partecipare ogni mattina, virtualmente, alla celebrazione del Pontefice. Ma che allo stesso tempo vorremmo tutti ben lasciare il più presto alle spalle, per tornare alla celebrazione comunitaria.
E per evitare il rischio di “viralizzare” la Chiesa, nella celebra espressione utilizzata proprio da Francesco il 18 aprile scorso. “L’ideale della Chiesa è sempre con il popolo e con i sacramenti. Sempre”, ha infatti sottolineato il Papa in quella occasione.
Lunedì la Messa verrà trasmessa in diretta streaming da San Pietro, dall’altare vicino alla tomba di San Giovanni Paolo II, di cui ricorrono lunedì i 100 anni dalla nascita.
Molti si chiedono se sia in qualche modo “obbligatorio” andare a Messa, anche se si ha paura di finire contagiati. Specialmente se si è anziani o immunodepressi. In questo caso, una formula alquanto insolita dell’accordo firmato dal presidente della Cei Bassetti con il governo italiano spiega che i fedeli sono dispensati dal precetto di partecipare alla celebrazione eucaristica.
Nel protocollo d’intesa infatti, in cui sono state apposte le firme del premier Conte, del ministro dell’Interno Lamorgese e del cardinale Bassetti, al punto 5.2 è scritto che “si ricorda la dispensa dal precetto festivo per motivi di età e di salute”.
Quindi non siamo ancora arrivati al momento in cui riprendere la confessione che posticipa la contrizione, ricordata da Papa Francesco anche con un documento ufficiale del 20 marzo scorso, richiesta in queste settimane durante la Messa in streaming.
Tuttavia, per i cristiani partecipare alla liturgia comunitaria non dovrebbe mai essere un obbligo ma una gioia grande, quella dell’incontro con Gesù che si rende vivo e vicino ad ognuno di noi durante la celebrazione.
Per cui, sia che decidiamo di andare a Messa non appena saranno di nuovo aperte al popolo, sia che preferiremo rimanere a casa per paura di contrarre il virus, ricordiamoci che il Signore ci aspetta sempre a braccia aperte nella Sua chiesa per farci sentire parte di una famiglia d’amore, che mette in comune angosce e paure, ma anche speranze e orizzonti, per ripartire dopo un periodo fortemente duro.
Il Signore aspetta i suoi figli per abbracciarli e portare il loro sguardo verso l’alto, e verso Gesù. Verso cioè le cose che contano davvero.
Giovanni Bernardi
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