Una maestra di Milano polemizza sulla necessità di indossare una tuta protettiva che copre l’insegnante dalla testa ai piedi per il ritorno a scuola.
Il post della docente ha creato una polemica su chi sostiene la sua posizione e chi invece ritiene che la sicurezza viene al primo posto.
Il post della Maestra
Lo scorso sabato 5 settembre, una maestra di un asilo di Milano si è infuriata dopo aver provato la tuta protettiva che sarà costretta ad indossare per il ritorno a scuola dei bambini. Lo strumento di protezione è ingombrante, porta caldo e non permette agli alunni di vedere la docente in viso. Così, decisa a protestare per una misura che ritiene eccessiva, la donna ha pubblicato un post sulla propria pagina social.
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Nel post si vede una sua foto con la tuta indosso e dietro le sue spalle quello che è palesemente l’ingresso di un istituto scolastico. Accanto allo scatto la maestra scrive: “Noi educatrici ci presenteremo così a bambini di due anni che non ci vedono da 6 mesi…con camici in plastica (modello Figurella per dimagrire). Neanche gli infermieri sono così”. La donna si lamenta anche per lo scarso lavoro di organizzazione fatto prima dell’inizio dell’anno. Infine conclude scrivendo: “Ci prenderanno per aliene”.
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La risposta del Comune sul ritorno a scuola
Il post della maestra ha creato una discussione accesa sui social. Gli italiani si sono divisi tra chi sostiene le posizioni dell’educatrice e chi invece ritiene che quell’abbigliamento sia necessario per assicurare la sicurezza dei bambini. Anche il Comune di Milano ha risposto al post, spiegando che le decisioni sono state prese di comune accordo con i sindacati dei lavoratori ed un medico per assicurare la sicurezza di bambini e lavoratori.
Insomma l’abbigliamento è stato ritenuto necessario quantomeno per la fase iniziale dell’anno scolastico. Sulla possibilità poi che i bambini si spaventino nel vedere le maestre così bardate si legge: “Gli stessi dispositivi di protezione previsti per questo anno scolastico sono stati utilizzati durante i centri estivi e non si sono riscontrate difficoltà da parte dei piccoli a cui tutto è stato presentato come un gioco”. Il Comune conclude spiegando che in un secondo momento i camici usa e getta verranno sostituiti da indumenti di cotone.
Luca Scapatello