Il cantautore Roberto Brignoli ha un passato tormentato in cui l’infanzia difficile in collegio si è mischiata alle istanze tipiche degli anni della rivoluzione giovanile attraverso la cultura chiamata ‘Beat Generation‘. Anni di lotte sociali e musica impegnata lo hanno accompagnato in un percorso di soddisfazione personale che con il tempo è risultato illusorio ed ecco che un giorno tre semplici parole lo hanno mandato in confusione sovvertendo tutte le sue convinzioni: “Gesù ti ama!”. Da qui la conversione e l’impegno come cantautore cristiano.
Ma andiamo con ordine e attraverso il racconto autobiografico fornito da Brignoli ripercorriamo le tappe principali della vita di questo cantautore. Innanzitutto l’infanzia: “Sono nato a Novara ed il mio hobby è ascoltare musica. Sono figlio di gente molto povera, all’età di un anno colpito dalla poliomielite sono stato allontanato dalla mia famiglia che, a causa dei problemi economici, non era in grado di affrontare la mia malattia e di prendersi cura di me, così ho vissuto fino ai quindici anni in vari istituti. La vita in collegio è stata una sofferenza perché il desiderio mio più profondo era rimanere nella mia terra circondato dal calore familiare e di vivere assieme alla mia famiglia, ai miei coetanei, ed in mezzo alla mia gente”.
Uscito dal collegio voglioso di scoprire il mondo, i coetanei e di provare cosa significasse la parola “Libertà”, Roberto ha prima di tutto familiarizzato con la musica moderna e scoperto che questa era carica dei desideri e delle rivendicazioni giovanili. Estasiato da tutto ciò che la musica beat e la beat generation rappresentava, il cantautore è entrato a far parte di uno di questi gruppi giovanili: “Con questi giovani, con i quali mi sentivo a mio agio e compreso, ho vissuto un’esperienza nuova ed affascinante anche se difficile perché si viveva in ristrettezza economica, senza una casa, un piatto caldo, ed il mezzo di unione era l’uso della droga. Oltre tutto con la mia famiglia avevo perso un po’ i contatti anche se in cuor mio il desiderio di tornare a casa c’era. Questa fase della mia vita ha fatto si che anch’io, come tanti altri ragazzi, sia stato per un breve periodo in carcere per uso di droga: uscito dal carcere ho vissuto il dramma della solitudine e dell’emarginazione che mi ha spinto a seguire, una nuova realtà : i movimenti rivoluzionari giovanili ed in particolare Autonomia Operaia”.
Presto Roberto si accorse che anche questo ennesimo tentativo di combattere il mondo ingiusto non avrebbe portato ad alcun risultato, così ha deciso di coltivare quel sogno che aveva fin da bambino, quello di diventare un musicista. Entrato a far parte del mondo musicale, l’artista sentiva ancora una sensazione di vuoto ed è entrato in una crisi profonda, acuita da un incontro casuale fatto per strada: dei ragazzi che gli avevano detto senza conoscerlo una verità: “Gesù ti ama!”. Dopo averli frequentati con distacco per un periodo, Roberto è volato in Francia per continuare la sua carriera di musicista, al suo ritorno in Italia, però, era più distrutto di prima, così decise di dare un’altra possibilità a quei ragazzi che gli parlarono di un posto che gli ha cambiato la vita : “Mi parlarono di un luogo nell’ormai martoriata Bosnia-Erzegovina, Medjugorje”.
In quel preciso istante, era il 1984, la vita di Brignoli è cambiata radicalmente: “nell’Agosto del 1984 assieme ad altri tre amici partimmo. Arrivati sul luogo mi sentivo come a casa da bambino, in quanto l’ambiente che mi circondava era un ambiente umile contadino e povero e quindi sentii subito dentro di me una gran voglia di cambiare e chiesi la conversione del mio cuore, per far sì che anche la mia vita diventasse semplice e umile come tutto quello che stavo vivendo in quei giorni. Tornato a casa sentivo che qualcosa stava cambiando in me e cominciai a pregare e dire tutti i giorni il rosario, a frequentare la Santa Messa e così facendo capii l’importanza del dono del canto e scrissi la mia prima canzone ‘Canzone per Maria’”.
Adesso Brignoli compone musica cristiana allo scopo di far pervenire il messaggio della Madonna e di Dio ai giovani, convinto che la forza della musica permetta a questi di percepirlo maggiormente: “I giovani sentono molta musica e ne sono attratti, pertanto è normale che frequentino luoghi dove si ascolta musica. Le discoteche sono luoghi di aggregazione e divertimento per molti giovani, un vero e proprio tempio sacro dove credono di trovare serenità e risoluzione ai propri problemi , anche con l’uso di droghe, sesso e alcool, in realtà per me c’è una grande solitudine e disperazione. Pertanto reputo molto importante che ogni cristiano si armi di fede e coraggio e vada incontro a questi giovani cercando di capire i loro problemi ed aiutarli a trovare il senso della vita donando loro una vera amicizia, e perché no, parlare anche a loro di Dio”.
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