In una intervista fiume al programma televisivo “In altre parole”, il cantautore, docente e scrittore si racconta a cuore aperto, confidando la sua sofferenza per i figlio morto.
Docente, scrittore, cantautore. Una vita trascorsa tra l’insegnamento e il palcoscenico, tra il greco e il latino, e la sua adorata musica, che ancora oggi lo accompagna.
Il “Professore”, come lo hanno soprannominato, è un uomo di grande cultura ma soprattutto profondità. Un uomo che non ha mai temuto di dire la sua e che ancora oggi lo fa, in modo assolutamente schietto e significativo. Tanti i riconoscimenti nel corso della sua lunga carriera di musicista, tant’è che vinse il Premio Tenco nel 1983, il Festivalbar nel 1992, il Festival di Sanremo nel 2011 e il Premio Mia Martini nello stesso anno.
A partire dal 1969 e fino al 1999, Vecchioni ha insegnato latino e greco nei licei classici tra le province di Milano e Brescia, mentre ancora oggi si occupa di tenere diversi corsi universitari. Quando pensiamo alla vita di un personaggio conosciuto, spesso ci dimentichiamo il suo lato umano, quell’interiorità che è soggetta, come tutti noi, a grandi gioie e grandi sofferenze.
Non bisogna mai dimenticare che è proprio la sensibilità a renderci in un determinato modo, la stessa sensibilità che si può esprimere in mille modi, come in un percorso artistico. In una recente intervista rilasciata a Massimo Gramellini su La 7 nel programma In altre parole, il Professore si è raccontato senza filtri, parlando degli eventi (anche dolorosi) che hanno segnato la sua vita.
Vecchioni, quel “dolce inverno”: il dolore per il figlio morto
Ormai quasi 9 anni fa, ebbi l’occasione di intervistare il Professore intervenuto durante un evento nella mia città, e la profondità di ciò che mi disse, restò impressa nella mia mente.
Ricordo di avergli chiesto quale sogno avesse ancora nel cassetto, dopo una vita di successi, e lui mi rispose che di sogni nel cassetto non ne aveva, tranne uno: che i suoi figli stessero bene, che la sua famiglia stesse bene. E ascoltando le sue parole durante l’intervista a In altre parole, un velo di commozione è sceso sul mio volto. L’anno scorso, infatti, il Professore ha perso suo figlio Arrigo, 36 anni. Un dolore che è chiaramente una ferita aperta, sanguinante, ma che Vecchioni affronta con grande forza e coraggio, fede.
Nel corso dell’intervista con Gramellini, Vecchioni rivela come senta sempre la presenza del figlio nonostante non ci sia più e si lascia andare a un meraviglioso paragone sui suoi figli, che sono 4, comparandoli alle 4 stagioni: «La Primavera è Carolina, Edoardo è l’estate, Francesca è l’autunno e Arrigo (il 36enne scomparso nel 2023) è l’inverno». Parlando ancora del figlio deceduto, dice: «Arrigo è il mio dolce inverno, un inverno con la neve che sta su, ma sotto la neve c’è sempre qualcosa…l’erba continua a crescere».
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La vita è eterna, nessuno se ne va
Il Professore ci fa riflettere sull’eternità della vita, che va ben oltre la morte. Una persona non c’è più, lascia questo mondo per sempre, eppure continua a vivere nel nostro cuore e con gli occhi della fede, anche oltre. Vecchioni racconta di pensare al figlio tutte le notti. «La vita è eterna, nessuno se ne va», prosegue. «Il cuore è una cosa stranissima, più cose gli metti dentro e più si allarga, non ha mai un confine». Il cantautore chiosa dicendo che tutta l’umanità potrebbe essere nel suo cuore, ma lo spazio più grande è per i suoi figli.