Una testimonianza molto speciale, in merito alla possibilità della didattica a distanza, ci viene dal noto cantautore Roberto Vecchioni.
“La scuola è libertà, felicità, gioia, stare insieme. Non può essere isolamento davanti ad uno schermo e apprendimento a distanza. La scuola è godere e soffrire con gli altri, è partecipare alla vita, perché la scuola è vita”. Roberto Vecchioni definisce la Dad in malo modo: “una ferita forte, quasi mortale”.
Lui è anche autore del libro “Lezioni di volo e di atterraggio” (Giulio Einaudi editore). “E’ una storia corale. Racconta quando, negli anni ’80, io e i miei ragazzi, sempre di lunedì, avevamo l’abitudine bizzarra di lasciare l’aula per stare in giro nei parchi, nelle strade, nelle osterie, ma anche nelle cliniche o in posti stranissimi, per fare lezioni aperte e libere associazioni di cultura. Si partiva da un argomento come Leopardi o l’atomo e si allargava il discorso.
Roberto Vecchioni: il suo metodo singolare d’insegnamento
Ognuno diceva la sua e si passava da una disciplina all’altra, per capire che importanza potesse avere nella nostra storia una certa scoperta o un certo approccio con gli altri”. Oggi, con un nuovo lockdown alle porte, questo è davvero impensabile e a risentirne saranno le nuove generazioni.
La scuola è “Un modo di stare insieme totale, in cui la regola era non concedere mai spazio all’ovvio, mai il luogo comune”. “Era una classe particolarissima, molto bella, curiosa, colta. Abbiamo passato insieme giornate indimenticabili, giornate di follia, ma era una follia buona che andava oltre la normalità e le regole di tutti i giorni“.
La didattica a distanza non da spazio all’immaginazione, alla creatività. Non da modo di apprezzare ciò che il mondo, e chi lo ha vissuto prima di noi, può insegnare. “Un peccato, perché in Italia abbiamo insegnanti bravissimi, tra i più bravi del mondo, che sarebbero attrezzati perfettamente per portare i ragazzi fuori e fare scuola in un modo diverso. La cultura non è sapere, ma cercare. Sapere è un punto di arrivo, anche troppo fermo”.
La scuola è un ente importantissimo per la formazioni dei cittadini del futuro, se si riduce ad una visione sullo schermo che conseguenze si avranno, da qui a qualche anno? Questo è un quesito di non poco conto, se si pensa che la riforma scolastica era richiesta ancora prima che il Covid rendesse tutto così asettico.
“Non pensate che la vita sia solo fatta di traguardi e arrivi, di successi e di tecnica. Bisogna innanzitutto formarsi dentro. La cultura è una difesa fortissima. Quando hai un’umanità, puoi affrontare le cose più pratiche, reali della vita, ma prima sono la coscienza, lo spirito e il cuore che si devono allenare. So benissimo che i ragazzi ce la faranno lo stesso. Passerà questo momento drammatico e non lascerà segni”. Lo speriamo tutti, davvero.
Antonella Sanicanti