Il campione brasiliano sorprende tutti come sapeva fare sul rettangolo di gioco. Ma questa volta il “trofeo” vinto è di tutt’altra natura.
Gli amanti del calcio non hanno dimenticato «il Fenomeno»: un fuoriclasse della pedata che ha dovuto fare i conti anche con diversi guai fisici.
Anche se ormai a fine carriera, Cristiano Ronaldo continua a impressionare per la qualità delle sue performance. Ma per quanto impressionante, nel cuore degli appassionati le gesta sportive del campionissimo portoghese non hanno appannato il ricordo di un altro famosissimo Ronaldo. Quello che chiamavano semplicemente «il Fenomeno»: Luís Nazário de Lima, meglio conosciuto come Ronaldo. È l’asso brasiliano che ha segnato un’epoca, a partire dalla metà degli anni Novanta fino al ritiro dal calcio giocato, avvenuto nel 2011.
I tifosi italiani lo ricordano con la maglia dell’Inter e del Milan. Quella italiana è stata una delle tappe più significative di una carriera che in Europa lo ha visto difendere i colori di altri club prestigiosi come Psv Eindhoven, Barcellona, Real Madrid. Nato in Brasile nel 1976, con la Seleçao Ronaldo ha vinto due campionati del mondo, uno da assoluto protagonista nel mondiale sudcoreano del 2002.
Un «Fenomeno» che non nascondeva la sua fragilità
Penalizzato dalle ginocchia di cristallo che ne hanno condizionato pesantemente la carriera, il «Fenomeno» impressionava per la rapidità incredibile e la tecnica con cui sgusciava tra i difensori, spesso seminati come birilli dalle sue avanzate inarrestabili, come se procedesse alla velocità della luce. Per questo fu immortalato come «il Fenomeno»: quando Ronaldo decideva di sfoderare il suo talento non ce n’era per nessuno («fenomeno» in greco vuol dire appunto ciò che si manifesta, ciò che appare).
Spesso e volentieri però Ronaldo è apparso tutt’altro che invincibile o «galattico». Come detto, il suo tallone d’Achille era l’estrema fragilità delle sue ginocchia che lo ha reso più di una volta vulnerabile.
Nella memoria collettiva è rimasta impressa la traccia di uno dei momenti più drammatici della carriera calcistica del Fenomeno: il gravissimo infortunio patito durante il match d’andata della finale di Coppa Italia contro la Lazio, quando il ginocchio destro collassò improvvisamente piegandosi in maniera innaturale.
Era il 12 aprile del 2000: tutti ricordano con commozione il pianto straziante in mondovisione del giovane Ronaldo di allora, al quale si era spalancato lo spettro di una carriera finita anzitempo.
Ma il Fenomeno si riprese. E due anni dopo il terribile crack al ginocchio portò al trionfo il suo Brasile in Corea del Sud. Il ginocchio rotto non fu l’unico momento buio: altre vicissitudini e infortuni gli fecero gradualmente perdere quel guizzo unico degli inizi. Ma quello che fece vedere bastò per proiettarlo nell’olimpo dei più grandi di sempre del pallone.
Il “trionfo” più bello di Ronaldo
In questi giorni però Ronaldo, adesso 46enne presidente del Real Valladolid, ha vinto un “trofeo” particolare, di sicuro il più bello della sua carriera. Eppure, tra palloni d’oro, coppe e campionati non ne sono certo mancati nei suoi anni da sportivo ai massimi livelli del calcio professionistico.
È chiaro che il “trofeo” di cui parliamo non è uno di quelli da conquistare con doti fuori dal comune o con sforzi erculei. In questo caso serve solo un semplice “sì”, quanto basta per accogliere il dono più grande: quello di Dio. Martedì scorso, il 12 settembre, Ronaldo ha ricevuto il sacramento del battesimo.
La cerimonia naturalmente ha avuto luogo in Brasile, a São José dos Campos (San Paolo), nella chiesa di Padre Fábio de Melo. Sui social l’ex calciatore ha espresso tutta la sua gioia, senza dimenticare di ringraziare il parroco, i padrini e la parrocchia.
«Oggi è un giorno molto speciale. Sono stato battezzato!» ha scritto la leggenda del calcio su Instagram. «La fede cristiana è sempre stata una parte fondamentale della mia vita, fin da piccolo, anche se non ero ancora stato battezzato. Con il sacramento mi sento veramente rigenerato come figlio di Dio, in un modo nuovo, più consapevole e più profondo. Rinnovo il mio impegno a seguire la via del bene, di mia libera volontà, credendo nell’amore di Gesù, nell’amore solidale».
Del resto la crescente vicinanza dell’ex attaccante di Inter e Milan alla fede cattolica si era manifestata già nel giugno 2022, quando Ronaldo percorse in bici il Cammino di Santiago, onorando la promessa che aveva fatto annunciando che in caso di promozione nella massima serie del suo Valladolid avrebbe intrapreso il pellegrinaggio («Il Cammino è qualcosa che ho sempre avuto in mente di fare» aveva dichiarato allora a Mundo Deportivo).