Ventinovesimo giorno col Rosario in collegamento ogni volta da un diverso Santuario mariano, per la preghiera di maggio voluta da Papa Francesco.
Il Santo Padre ha affidato l’organizzazione di questa preghiera per la fine della pandemia, al Pontificio Consiglio per la Promozione della Nuova Evangelizzazione. Ognuno di noi innalzerà la sua preghiera alla Vergine Maria, in comunione spirituale con tutti i fedeli del mondo.
Il Rosario del mese di maggio
Per questo mese di maggio, il Santo Padre ha voluto coinvolgere i principali Santuari mariani del mondo per la recita del Rosario giornaliero dedicato a Maria. Tante sono le richieste che si innalzeranno, in questi giorni, grazie alla Corona del Rosario. Ma ce ne sarà una in particolare: la fine della pandemia e la guarigione di tutti gli ammalati dal Covid.
Una preghiera che raggiungerà tutti i fedeli del mondo, che unirà insieme i sacerdoti, i religiosi e l’intero popolo di Dio. Come è scritto negli Atti degli Apostoli: “Da tutta la Chiesa saliva incessantemente la preghiera a Dio”.
29 maggio: il Santuario mariano in Libano
Come da programma stilato, ogni giorno, dal Santuario scelto, la recita del Rosario alle ore 18, sarà per una particolare intenzione. Oggi, sabato 29 maggio, si prega dal Santuario “Nostra Signora del Libano”. Sarà possibile seguire la preghiera su tutti i media Vaticani, a partire da Vatican News.
La preghiera sarà per tutte le persone consacrate.
Santuario “Nostra Signora del Libano”
La statua di Nostra Signora del Libano è un importante luogo di pellegrinaggio cristiano maronita, e si trova nel santuario di Harissa, a circa 20 km di distanza da Beirut.
Il santuario omonimo è un luogo di pellegrinaggio. Non solo i cristiani libanesi, ma anche i drusi e i musulmani hanno una speciale devozione alla Beata Vergine Maria.
Il patriarca maronita di Antiochia l’ha chiamata “Regina del Libano” nel 1908, al completamento del santuario. La statua della Madonna è di bronzo pitturato di bianco e pesa circa 15 tonnellate. A lato vi si trova una moderna cattedrale maronita in cemento e vetro.
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ROSALIA GIGLIANO