La spiegazione data dall’Arcivescovo di Agrigento, ci aiuta a comprendere i veri motivi di una richiesta così importante.
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La città di Canicattì non vuole che le spoglie del magistrato Rosario Livatino siano traslate altrove, specie in occasione della sua futura Beatificazione.
La possibile traslazione della salma di Livatino
Una lettera che l’Arcivescovo di Agrigento, Monsignor Francesco Montenegro, ha scritto alla comunità di Canicattì, riportata da Acistampa, ci dà ulteriori spiegazioni circa le motivazioni per cui la salma del magistrato Rosario Livatino, ucciso nel 1990, potrebbe esser traslata nella Cattedrale di Agrigento in occasione della sua Beatificazione.
“La santità di Rosario Livatino, si radica nel proprio contesto originario, ma eccede i confini di un luogo circoscritto per assumere dimensioni ben più vaste.
E’ soprattutto per la valenza simbolica del suo singolare profilo di uomo, di cristiano e di Santo, che il prossimo Beato si inserisce in un orizzonte molto più ampio di quello circoscrivibile alla sua città natale” – sottolinea l’Arcivescovo nella sua lettera, coadiuvato, anche, da Monsignor Alessandro Damiano, Arcivescovo Coadiutore.
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“Una sepoltura in Cattedrale sarebbe preferibile”, spiega il Vescovo
“Sarà infatti il primo magistrato laico, impegnato in prima fila nella lotta alla mafia, a essere proclamato Beato e Martire, per di più in un periodo storico dell’Italia, dell’Europa e del mondo particolarmente caratterizzato da profonde crisi dei valori, delle coscienze, delle istituzioni” – sottolinea.
E, per questo motivo, spiega che sarebbe preferibile “una sepoltura privilegiata nella Basilica Cattedrale, riconosciuta dalla tradizione ecclesiale come la Chiesa Madre della Diocesi”.
L’Arcivescovo inoltre, spiega anche come la futura Beatificazione di Livatino creerà interesse sia in abito nazionale che internazionale: “La custodia delle reliquie nella Cattedrale di Agrigento garantirebbe alla sua memoria una maggiore visibilità. Non solo logistica, ma anche simbolica.
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Ci auguriamo che si abbia la saggezza di ravvedersi e la disponibilità ad aprirsi a un dialogo costruttivo. Perché una pace ricomposta e un’intesa ritrovata ci aiutino a indirizzare i legittimi eredi verso la decisione più idonea” – conclude.
La causa di Beatificazione va avanti, nella speranza di vedere quanto prima il nome di Rosario Livatino elevato agli onori degli Altari.
Fonte: acistampa.com
ROSALIA GIGLIANO