J.K. Rowling, l’autrice di Harry Potter, criticata per la semplice constatazione che “il sesso esiste”, ha restituito il prestigioso premio “Ripple of Hope”.
Si tratta di un premio promosso dall’associazione Robert F. Kennedy per i diritti umani. La scrittrice da mesi infatti si trova costretta a lottare contro l’hate speech che viene rivolto nei suoi confronti da quando ha spiegato che le assurde battaglia sul gender in realtà non fanno altre che cancellare dalla società la figura della donna, fagocitando quindi tutte le battaglie femministe degli ultimi decenni, dalla rivoluzione sessuale in poi.
Con il rischio di svegliarci tutti, da un giorno all’altro, in un mondo in cui le donne non esistono. Almeno per chi è convinto di queste assurde teorie. La scrittrice ha annunciato sul suo sito la decisione di rifiutare il prestigioso premio. Questo dopo che la figlia 60enne di Robert F. Kennedy, Kerry Kennedy, ha criticato le parole della Rowling sulla sessualità dei trans.
L’accuso che è giunta all’autrice di Harry Potter è che le sue parole hanno “sminuito l’identità delle persone trans e non binarie”. Facendo quindi intendere, è il commento della Rowling, “erroneamente che fossi transfobica”. Da lì la scelta di restituire in toto il premio e la somma in denaro ad esso legata.
“Sento di non avere altra scelta che restituire il premio Ripple of Hope che mi è stato conferito lo scorso anno”, è quanto ha scritto l’autrice, intenta ad affermare le sue ragioni senza compromessi o mezzi termini.
La Rowling si è detta “profondamente rattristata dal fatto che Kerry Kennedy si sia sentita obbligata ad adottare questa posizione, ma nessun premio o onorificenza, indipendentemente dalla mia ammirazione per la persona a cui il premio è intitolato, significa così tanto per me da perdere il diritto di seguire i dettami della mia coscienza”.
L’autrice di Harry Potter ogni giorno deve subire piogge di insulti e critiche feroci e cariche d’odio sui suoi social network, in particolare da quando ha espresso pubblicamente la sua solidarietà a un ricercatore licenziato solamente per aver affermato su Twitter che “gli uomini non possono trasformarsi in donne”.
Il giugno scorso poi la nota autrice internazionale ha ritwittato sul suo profilo articolo in cui, per dire la parola “donne”, veniva usato il termine “persone che hanno le mestruazioni“. Apriti cielo. Ma i commenti non hanno scalfito in alcun modo il suo pensiero. A commento del suo tweet, l’autrice ha infatti scritto: “cancellare il concetto di sesso rimuove la capacità di molti di discutere in modo significativo le proprie vite”.
Polemiche che hanno portato i critici ad appellare la Rowling “Terf“, ovvero l’ennesimo incomprensibile acronimo inglese usato dal mondo Lgbt e sostenitore dell’ideologia gender, che tende a classificare uomini e donne in base a definizioni del tutto arbitrarie che tendono a schedare le persone in modalità spesso offensive e comunque a dir poco bizzarre.
In questo caso, il termine indica la parola “Trans-Exclusionary Radical Feminist“, ovvero “femminista radicale che esclude le persone transessuali”.
D’altronde, il grande umorista e apologeta britannico Gilbert Keith Chesterton aveva già previsto tutto, quando spiegò che “la grande marcia della distruzione intellettuale proseguirà”. “Tutto sarà negato”, spiegava il celebre autore nel suo saggio intitolato “Eretici”. “Tutto diventerà un credo. È una posizione ragionevole negare le pietre della strada; diventerà un dogma religioso riaffermarle. È una tesi razionale quella che ci vuole tutti immersi in un sogno; sarà una forma assennata di misticismo asserire che siamo tutti svegli”.
“Fuochi verranno attizzati per testimoniare che due più due fa quattro. Spade saranno sguainate per dimostrare che le foglie sono verdi in estate“, scriveva Chesterton. “Noi ci ritroveremo a difendere non solo le incredibili virtù e l’incredibile sensatezza della vita umana, ma qualcosa di ancora più incredibile, questo immenso, impossibile universo che ci fissa in volto.
Combatteremo per i prodigi visibili come se fossero invisibili. Guarderemo l’erba e i cieli impossibili con uno strano coraggio. Noi saremo tra quanti hanno visto eppure hanno creduto“.
Giovanni Bernardi
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