“La legge sulle unioni civili è inammissibile, la Chiesa continuerà a battersi affinché i figli abbiano padre e madre”. Lo afferma il cardinale Camillo Ruini, ex capo della Cei, in un’intervista a La Repubblica parlando del ddl Cirinnà sulle unioni civili.
Secca la condanna del cardinale al ddl Cirinnà. “A mio parere sarebbe molto meglio che un disegno di legge di questo genere non arrivasse al Senato, o comunque non fosse approvato. Penso così non per ostilità verso le persone omosessuali. Al contrario, fin da quando ero giovane ho avuto rapporti di autentica amicizia con degli omosessuali. Semplicemente, non vedo come possa esistere un matrimonio, o un simil-matrimonio, tra due persone che unendosi non possono procreare e come si possa negare a un bambino il diritto di avere un padre e una madre”.
Il cardinale insiste sulla “differenza e complementarietà tra l’uomo e la donna che non è solo biologica ma affettiva, comportamentale e psicologica: di questa complementarietà il bambino ha bisogno”, e fa notare come “tutta la pressione si concentra non sui diritti delle coppie che possono avere figli, ma su quelli delle coppie omosessuali: è un atteggiamento molto lontano dalle esigenze reali di un Paese attanagliato dalla crisi delle nascite”. Ruini si scaglia contro la stepchild adoption, argomentando che “riguarda i figli avuti con l’utero in affitto, se i due partner sono uomini, o con la fecondazione eterologa, se sono donne”. Si tratta – sottolinea – “di figli ‘costruiti’ appositamente”.
Secondo il cardinale, una legge sulle unioni civili si può anche fare, “in Parlamento già esistono disegni di legge in merito. Per evitare il rischio di equiparazione al matrimonio bisognerebbe attribuire però i diritti alle singole persone che formano la coppia, e non alla coppia come tale. In concreto, quasi tutti questi diritti sono già riconosciuti da sentenze della magistratura”.
Sul Family Day, infine, Ruini è d’accordo con “le parole del cardinale Bagnasco” che ha parlato di iniziativa condivisibile, ma trova “giusto che i protagonisti siano i laici ed è molto positivo che oggi questo emerga più chiaramente. Ma ciò non significa che i vescovi non possano esprimere il loro apprezzamento, anzi, una partecipazione che viene dal cuore”.