“Fu crocifisso, morì e fu sepolto; discese agli Inferi”, recitiamo nella nostra professione di fede – il Credo Apostolico – ma sappiamo davvero cosa significa questa espressione?
Un’antichissima omelia del Sabato Santo – che leggiamo come secondo brano dell’ufficio delle letture – ce lo spiega bene.
Il Sabato Santo è il giorno del riposo di Cristo nel sepolcro; segue al Venerdì Santo, giorno della sua morte in croce. È il secondo giorno del Triduo Pasquale.
Per antichissima tradizione la Chiesa non celebra l’Eucaristia in questo giorno, e la Comunione ai malati può essere portata solo in forma di viatico.
Nelle chiese è esposta la Croce rimasta dopo la celebrazione del Venerdì Santo.
L’Eucarestia non è conservata nel Tabernacolo, che dev’essere vuoto e senza conopeo. Le luci e tutte le candele sono spente. Gli altari sono spogli, senza tovaglia né copri tovaglia.
Si può protrarre il digiuno e l’astinenza dalle carni del Venerdì Santo anche in questa giornata, fino alla Veglia Pasquale, ma la Chiesa non ne fa obbligo ai fedeli.
Nella tradizione di Rito Ambrosiano, al mattino, è proclamata la pericope evangelica relativa all’invio delle guardie al Sepolcro (Mt 27,62-66).La Chiesa Ortodossa invece chiama questo giorno il Santo e Grande Sabato oppure il Grande Riposo: il Grande Riposo in vista della Pasqua.
Intanto, diciamo che la parola “Inferi” deriva dal greco “Ade”, definito come il luogo in cui sostano coloro che sono ancora separati da Dio, proprio come Adamo, Eva -ossia tutta l’umanità- vissuti prima della morte e risurrezione di Cristo.
“Che cosa è avvenuto? Oggi sulla terra c’è grande silenzio, grande silenzio e solitudine. Grande silenzio perché il Re dorme: la terra è rimasta sbigottita e tace perché il Dio fatto carne si è addormentato e ha svegliato coloro che da secoli dormivano. Dio è morto nella carne ed è sceso a scuotere il regno degli inferi.
Certo egli va a cercare il primo padre, come la pecorella smarrita. Egli vuole scendere a visitare quelli che siedono nelle tenebre e nell’ombra di morte. Dio e il Figlio suo vanno a liberare dalle sofferenze Adamo ed Eva che si trovano in prigione.
Il Signore entrò da loro portando le armi vittoriose della croce. Appena Adamo, il progenitore, lo vide, percuotendosi il petto per la meraviglia, gridò a tutti e disse: «Sia con tutti il mio Signore». E Cristo rispondendo disse ad Adamo: «E con il tuo spirito». E, presolo per mano, lo scosse, dicendo: «Svegliati, tu che dormi, e risorgi dai morti, e Cristo ti illuminerà.
Io sono il tuo Dio, che per te sono diventato tuo figlio; che per te e per questi, che da te hanno avuto origine, ora parlo e nella mia potenza ordino a coloro che erano in carcere: Uscite! A coloro che erano nelle tenebre: Siate illuminati! A coloro che erano morti: Risorgete! A te comando: Svegliati, tu che dormi! (…)
Per te, io che sto al di sopra dei cieli, sono venuto sulla terra e al di sotto della terra. Per te uomo ho condiviso la debolezza umana, ma poi son diventato libero tra i morti. Per te, che sei uscito dal giardino del paradiso terrestre, sono stato tradito in un giardino e dato in mano ai Giudei, e in un giardino sono stato messo in croce. Guarda sulla mia faccia gli sputi che io ricevetti per te, per poterti restituire a quel primo soffio vitale. (…)
Sorgi, allontaniamoci di qui. Il nemico ti fece uscire dalla terra del paradiso. Io invece non ti rimetto più in quel giardino, ma ti colloco sul trono celeste. Ti fu proibito di toccare la pianta simbolica della vita, ma io, che sono la vita, ti comunico quello che sono. (…)
Il trono celeste è pronto, pronti e agli ordini sono i portatori, la sala è allestita, la mensa apparecchiata, l’eterna dimora è addobbata, i forzieri aperti. In altre parole, è preparato per te dai secoli eterni il regno dei cieli”.
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