Sacerdote assassinato brutalmente in parrocchia da un gruppo di dieci uomini armati

Crudele assassinio di un sacerdote è stato ucciso da un agguato di 10 miliziani armati. La sua reazione è stata da martire.

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lalucedimaria.it

La Chiesa piange un sacerdote ucciso barbaramente in un agguato criminale. Il fatto è avvenuto nel villaggio di Kangyi Taw, in Myanmar, don Donald Martin Ye Naing Win, sacerdote di 44 anni, è stato assassinato nella sua parrocchia di Nostra Signora di Lourdes, nell’arcidiocesi di Madalay.

Il contesto socio politico di quella terra vede un conflitto in essere tra i soldati delle Forze di Difesa Popolare, che combattono contro l’esercito della giunta che si trova al potere dal 2021 dopo un colpo di stato. La parrocchia cattolica retta dal prete ucciso raggruppa una comunità composta da una quarantina di famiglie.

La sera del 14 febbraio una banda composta da 10 miliziani armati si è presentata alla casa parrocchiale. A raccontare gli eventi sono due donne, collaboratrici del parroco e testimoni oculari di quanto avvenuto.

Sacerdote ucciso crudelmente da dieci miliziani: “mi inginocchio solo davanti a Dio”

Il racconto del delitto è stato riportato dalle due donne presenti e riferito da Agenzia Fides che lo ha diffuso. Dopo esser entrati nella casa parrocchiale i dieci miliziani hanno minacciato e silenziato le due donne. Trovatosi poi davanti a don Donald gli hanno intimato di inginocchiarsi davanti a loro.

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La reazione da martire del sacerdote ucciso – Facebook@aiutoallachiesachesoffre – lalucedimaria.it

La risposta del sacerdote è stata da vero martire. “Mi inginocchio solo davanti a Dio” ha risposto. E con una reazione pienamente cristiana ha proseguito dicendo: “Cosa posso fare per voi? C’è una questione di cui possiamo parlare?“.

Terminate queste parole però il sacerdote è stato colpito con un pugnale. Il miliziano colpendolo ha sfiorato inavvertitamente anche il capo della banda. L’ira e l’odio sono aumentati in quegli uomini che erano già in stato di ebbrezza e in uno stato emotivo fortemente alterato.

Così il capo del gruppo ha continuato a colpire don Donald al corpo e alla gola. Lui non ha proferito parola e si è accasciato morente con la testa quasi staccata per i colpi alla gola subiti. Dopo il delitto i miliziani sono andati via e le donne hanno dato l’allarme e si sono prese cura di dar dignità al corpo così brutalmente massacrato.

Una morte da martire

La fine di don Donald appare in tutto come la morte di un martire. I dieci miliziani sono poi stati rintracciati e arrestati. Le donne testimoni hanno commentato la modalità dell’assassinio con l’immagine evangelica “come un agnello al macello“.

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Il sacerdote brutalemente ucciso in Myanmar – Foto Facebook@aiutoallachiesachesoffre – lalucedimaria.it

La brutalità del delitto e la reazione del sacerdote hanno prodotto immediatamente quell’immagine nella mente e nel cuore di chi ha assistito alla scena. Mentre il Governo di Unità Nazionale ha dichiarato il suo impegno a punire gli autori dell’omicidio secondo la legge, quel che più colpisce è l’atteggiamento di don Donald di fronte all’aggressione.

Ha certamente compreso il rischio che gli si poneva davanti, avrebbe potuto piegarsi alla loro richiesta di inginocchiarsi facendo prevalere la paura, ma non lo ha fatto. Ha agito da uomo di Dio, da cristiano che sa che l’atto di inginocchiarsi ha in sé qualcosa di sacro e indica una volontà di appartenenza e un riconoscimento di grandezza e di importanza che è dovuto soltanto a Dio, Creatore e Padre.

Scegliendo di non inginocchiarsi ha certamente acuito la rabbia furiosa di chi lo attaccava, ma non ha rinnegato in alcun modo il Signore. Ha preservato la sua dignità umana e anche affrontando la morte si è dimostrato testimone di fede.

Le sue ultime parole, la mitezza e la disponibilità ad accogliere e porsi in ascolto di chi evidentemente lo voleva solo colpire commuovono profondamente. Resta il dolore per una morte così atroce, ma anche l’immagine di un esempio di comportamento cristiano. Una morte che ricorda quella di altri sacerdoti uccisi, come il beato don Pino Puglisio ancora di san Charles de Foucauld.

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