La storia che stiamo per raccontarvi è quella di un sacerdote che ci lancia un monito importante, attraverso la sua personale esperienza.
C’è un rischio in cui tutti, laici e religiosi, possiamo incorrere, se ci lasciamo influenzare dalla mentalità del mondo che ci induce a un attivismo sfrenato.
Le sue parole fanno riflettere e pensare. Conosciamolo insieme.
L’importanza di “stare con Gesù”
Molto spesso, navigando sul web e sui social, ci si imbatte in storie di diversa natura, alcune sensate ed altre meno, altre ancora che invece ci aiutano a pensare e a riflettere, specie per quel che riguarda la nostra fede. È raro ma succede, anche perché la Chiesa guarda avanti e per raggiungere tutti (ma proprio tutti) si avvale anche dell’aiuto e dell’utilizzo dei social.
E, proprio navigando sui social, ci siamo imbattuti in questa storia. Un post semplice, ma efficace e di effetto dove un sacerdote ha deciso di mettersi a nudo e di raccontare un momento particolare della sua vita. Lui si chiama don Narciso Danieli e le sue parole ci hanno molto colpito.
Un sacerdote veramente impegnato su tutti i fronti. Tante erano le attività che svolgeva, tanto che molto spesso “arrivava con l’acqua alla gola” – come lui stesso racconta, a causa delle tante cose da fare e dei tempi sempre troppo brevi e veloci. Ad un certo punto, però, don Narciso, si è reso conto che mancava qualcosa: una chiesa super organizzata in cui cercava di dare tutto, ma alla fine non dava la cosa più importante: Gesù!
Sacerdote scopre l’importanza dell’adorazione perpetua
Un senso di vuoto, di mancanza che cresceva sempre di più. Da lì nasce nel suo cuore, sempre con maggiore insistenza, il desiderio e la decisione di introdurre nella sua parrocchia, l’Adorazione Eucaristica perpetua. “Ho capito che l’esser prete non era autentico se non dai Gesù, se non evangelizzi in ogni occasione e se prima non preghi per la tua gente” – ha raccontato il sacerdote nella sua testimonianza.
La necessità di dedicare tempo all’adorazione, è diventata come qualcosa di essenziale, “per interiorizzare la Parola di Dio, per rinfrancarsi alla presenza del Signore, rivedere ogni persona e situazione con la Sua luce” – spiega.
Un impegno per tutti ma, soprattutto per un sacerdote alla guida di una comunità che ha visto non diminuire le attività che già c’erano ma, anzi, un’evangelizzazione che è cresciuta: “Rinasce anche la confessione: se stai in chiesa la gente passa per l’adorazione e desidera confessarsi” – aggiunge.
Una decisione proposta ai suoi collaboratori parrocchiali e accettata non senza fatica, da molti di loro. Da qui anche la nascita di vere e proprie “cellule di evangelizzazione” impegnate nella quotidianità. Attingere alla fonte attraverso l’adorazione, e operare per mezzo dello Spirito Santo, per portare il Signore a tutti: familiari, amici, conoscenti, colleghi.
Non più, quindi, un’opzione (se così la si può definire) ma una vera e propria necessità di stare con Gesù e di ritrovarlo: “Benedico il Signore per il dono della Adorazione Perpetua che Egli ci dona e per la gioia di Evangelizzare” – ha concluso don Narciso.