Il trattato firmato dal Vaticano con il governo cinese per ottenere il riconoscimento della libertà di culto dei cattolici in Cina, continua a generare polemiche tra i fedeli. Nei giorni scorsi, infatti, sono giunte notizie riguardanti presunti lavaggi del cervello ai danni dei sacerdoti e dei vescovi che si rifiutano di aderire all’Ap. L’adesione al partito, infatti, è ritenuta dai membri della Chiesa sotterranea come un atto inconciliabile con i valori del Vangelo e pertanto un tradimento.
L’accordo tra Vaticano e Cina d’altronde non chiarisce tale argomento, lasciando una zona vuota in cui la decisione sull’aderire o meno spetta al volere dei singoli. Inoltre sulla possibilità di entrare a far parte dell’Ap e dunque sottostare alla Chiesa cinese ci sarebbe l’implicito abbandono del rispetto delle leggi Vaticane, poiché i sacerdoti dovrebbero sottostare alle decisioni della chiesa locale. Infine c’è da considerare la lettera di Benedetto XVI riguardante l’adesione al partito, nella quale viene sottolineata l’inconciliabilità tra questo e la Chiesa Cattolica.
Data la generale eterogeneità delle posizioni sull’argomento, era quasi inevitabile che la decisione di padre Wang di concelebrare una messa con un sacerdote ufficiale della Chiesa cinese sarebbe stata vista come un tradimento da parte di qualcuno. Il parroco, però, si difende e sostiene che il passaggio è stato chiesto da papa Francesco: “Come sommo pastore della Chiesa, il papa ha il potere di emanare leggi ecclesiastiche, ma ha anche il potere di esentare dalle restrizioni legali della Chiesa. Questo potere è stato conferito dallo stesso Gesù Cristo. La mia concelebrazione con il vescovo Du Jiang era, in realtà, possibile e lecita sin dall’inizio. Tuttavia, a causa di ragioni storiche o a maggior ragione a causa delle convinzioni e dei sentimenti dei fedeli, dopo le tante sofferenze personali di questi ultimi anni e dopo aver ottenuto l’ennesimo benestare della Santa Sede, per il bene della vostra e della mia fede, due mesi dopo l’accordo provvisorio tra Santa Sede e governo, ho deciso di concelebrare, in modo legittimo e con il permesso del Vaticano. Scusate la domanda, carissimi fratelli e sorelle che mi accusate: devo o non devo obbedire al Papa che mi chiede di concelebrare con un vescovo legittimo? O dovrei ascoltare voi, soddisfacendo i vostri sentimenti contrari a questa concelebrazione e dividendo maggiormente la Chiesa?”, scrive in una nota riportata su ‘Asia News’ il sacerdote.
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Luca Scapatello
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