La storia di un prete che tutti coloro che l’hanno conosciuto, desiderano fortemente vedere innalzato agli onori degli Altari.
Lui è don Tommaso Latronico, presbitero della Basilicata, e figura chiave nella diffusione del movimento di “Comunione e Liberazione” nel Sud Italia. La volontà di vederlo come Santo in Paradiso è tanta, ma la strada è ancora lunga.
Un possibile Santo del Sud Italia
Tutti vogliono rendere testimonianza delle virtù umane e cristiane di Don Tommaso, per far sì che anche un piccolo e semplice contributo, possa aiutarlo per salire come Santo in Paradiso. In Paradiso lui c’è già, ma chi l’ha conosciuto, si sta adoperando per diffonderne la sua conoscenza, ma soprattutto per dare inizio alla sua causa di canonizzazione.
L’associazione “Amici di don Tommaso Latronico” ha scelto, per un incontro, un titolo molto particolare: “Don Tommaso, un amico in Paradiso”. Un incontro pubblico a Nova Siri, in provincia di Matera, che si è tenuto la sera di martedì 20 luglio, per ricordare e, anche far conoscere a chi non sa chi sia, la figura e le gesta di questo straordinario sacerdote.
La raccolta di tutte le testimonianze per far partire a causa di beatificazione
Lo scorso anno è nata questa realtà. Un anno, anche con la pandemia, l’associazione ha trascorso a raccogliere lettere, scritti, pubblicazioni, fotografie, testimonianze…e tutto ciò che potesse servire per diffondere la memoria di don Tommaso e raccontare le sue virtù cristiane e le qualità umane e spirituali. Il tutto per chiedere alla competente autorità ecclesiastica di esaminare la possibilità di una causa di canonizzazione.
Ma chi era Don Tommaso Latronico? Era nato proprio a Nova Siri nel 1948 e nel 1973 era stato ordinato sacerdote. Don Tommaso incontra il movimento di “Comunione e liberazione”, insieme al suo fondatore, Don Luigi Giussani.
Don Tommaso e l’incontro con Comunione e Liberazione
Opera a Roma nel seguire, proprio, gli universitari di Cl fino a quando, nell’ottobre del 1975, l’arcivescovo di Matera, gli chiede di dedicarsi all’insegnamento della religione in una scuola della città. A Matera, grazie alla comunità locale di Comunione e liberazione, contribuisce a rilanciare la presenza cristiana nelle scuole e nella società regionale, condividendone la vita concreta, in particolare durante il soccorso alle popolazioni colpite dal terremoto del 1980.
Gli scritti degli ultimi anni di vita
La chiesa, la scuola e l’insegnamento, ma soprattutto il suo amore per Cristo ed il ministero al quale è stato chiamato. Questo era don Tommaso. Nel 1992 viene colpito da una malattia, ma questo non aveva spento il suo entusiasmo e la sua voglia di vivere. “O giovinezza, non ti ho perduta!…Se qualcosa riaccade, oggi, se gli occhi faticano a seguire le lettere, pure scorgono volti e gesti, se non è il ricordo a rendere amici, ma una cosa nuova e viva che sta accadendo ora, o giovinezza, non ti ho perduta” – scriveva nel periodo della malattia. Muore nel 1993, proprio il 20 luglio.
Chi l’ha conosciuto e voluto bene, ancora oggi si spende per far sì che quante più persone lo apprezzino e preghino per lui nel vederlo un giorno, chissà, come Santo in Paradiso.
Fonte: tempi
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ROSALIA GIGLIANO