Non si ferma la strage di sacerdoti. Dopo la morte di Padre John, ancora un uomo di Dio è stato rapito e ucciso in circostanze oscure.
La morte di Padre Sanon lascia tutti sgomenti. Era scomparso qualche giorno fa, ma la notizia della sua morte è stata data solo da poco. La probabile ombra dei jihadisti dietro la sua fine.
Una morte ancora dai tratti non del tutto chiari quella di Padre Sanon, sacerdote del Burkina Faso trovato ucciso dopo che da giorni non si avevano più sue notizie. A darne l’annuncio, con dolore, è stato l’Arcivescovo di Banfora, monsignor Lucas Kalfa Sanou, in una lettera alla comunità.
“Il corpo di Padre Sanon è stato ritrovato in una foresta nel sud-ovest del Paese. Le circostanze dell’accaduto sono ancora oscure, ma si pensa, secondo anche le prime indagini delle forze dell’ordine locali, che uno dei gruppi di banditi, a base jihadista che si trovano a confine fra la Costa d’Avorio ed il Mali, l’abbia rapito e poi ucciso” – scrive l’Arcivescovo.
“Vi invito a pregare per la pace dell’anima del sacerdote ucciso, affidandola all’amore misericordioso di Dio”, conclude Monsignor Sanou.
Padre Sanon era partito dal suo paese per raggiungere Banfora, il capoluogo della regione ma non vi è mai arrivato. L’auto del sacerdote è stata trovata, poi, abbandonata sulla strada. Da qui l’ipotesi più probabile è quella del rapimento.
La morte di Padre Sanon, purtroppo, è l’ultimo ennesimo tassello dell’avanzata dei jihadisti anche in Burkina Faso, iniziata nel 2015 e che, ad oggi, conta già 1200 morti e più di un milione di sfollati. Dopo l’uccisione di Padre John, il rapimento (ed il rilascio) di un Vescovo ausiliare di una Diocesi nigeriana e, ora, la morte di Padre Sanon, ci si interroga sul sacrificio che questi uomini di Dio fanno pur di annunciare la Parola anche in zone del mondo così lontane e così sperdute.
Nonostante l’avanzata del mondo Jihadista, loro non si perdono d’animo e continuano a guidare anche piccole comunità cristiane, desiderose di conoscere Gesù ancora oggi.
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Uniamoci alla preghiera per l’anima di Padre Sanon, perché Dio lo accolga nella sua gloria fra gli Angeli del Paradiso. La sua vita donata come sacrificio, un esempio per chi non si arrende, in particolare davanti a coloro che, con la violenza, vogliono imporre la conversione all’islam.
E preghiamo per sostenere i nostri sacerdoti chiamati alla missione in zone difficili, a rischio della loro stessa vita. E affinché tutto questo non spaventi coloro che hanno e sentono la vocazione al sacerdozio. Gesù chiama operai alla sua messe e alla guida del suo popolo, anche in queste zone così difficili, perché la sua Parola non si arresta mai, davanti a nulla.
ROSALIA GIGLIANO
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