L’agghiacciante morte scuote le coscienze di molti e allo stesso tempo genera una forte rabbia in tanti che ora si pongono domande.
Un missionario monfortano, Padre Olivier Maire, è stato ucciso in Francia, e l’omicida nel 2020 incendiò la cattedrale di Nantes. Al momento era sotto controllo giudiziario, e ci si chiede con sdegno e rabbia come sia possibile che tutto ciò sia accaduto davvero. Un drama avvenuto a cinque anni dall’attentato islamista che ha ucciso Jacques Hamel, altro prete di provincia di Saint-Étienne-du-Rouvray, in Normandia.
Ancora una volta, il prete francese è stato ucciso in odio alla fede
Insomma, di nuovo un uomo di Dio è stato ucciso in odio alla fede nel nome di una violenza cieca che non può essere chiamata solamente demoniaca. Il corpo del religioso è stato ritrovato in mattinata, nel comune di Saint-Laurent-sur-Sèvres, nella regione della Loira. L’uomo che ha commesso questo atroce delitto si è consegnato spontaneamente alle autorità.
Nel momento in cui sono state riscontrate le sue generalità, lì ci si è resi conto della terribile beffa che accompagna un dramma di proporzioni enormi. L’uomo, infatti, era lo stesso che solamente un anno fa ha incendiato la cattedrale di Nantes.
L’assassino si è costituito, e così si è scoperta la beffa oltre il danno
Si tratta di un rifugiato ruandese. A luglio dell’anno scorso era stato arrestato a dopo, ancora una volta, la sua ammissione di aver appiccato le fiamme alla cattedrale, in tre diversi punti. Allo stesso tempo, però, l’uomo non è riuscito a spiegarne i motivi. Altre fonti giornalistiche, però, spiegano che il criminale avrebbe ammesso di avere compiuto il gesto per protestare contro il mancato rinnovo del permesso di soggiorno.
In seguito alla confessione, Abayisenga, era stato incriminato per “distruzione e danneggiamento da incendio” e imprigionato per diversi mesi, prima di essere rilasciato lo scorso giugno sotto controllo giudiziario in attesa del processo. L’immigrato quarantenne era infatti stato accolto nella comunità della diocesi senza avere nemmeno un documento. Lì era addirittura diventato “sacrestano volontario”, aiutando il parroco a servire la messa e svolgendo altre piccole mansioni. Possedeva le chiavi della chiesa e la sera del 17 luglio aveva avuto persino l’incarico di chiuderne le porte. La notte seguente, il 18 luglio, era divampato l’incendio.
L’uomo era sotto “controllo giudiziario”, in attesa di processo
Subito tutti avevano compreso che fosse stato lui l’autore del crimine, e dopo la confessione era stato arrestato, incriminato per “distruzione e danneggiamento da incendio”. Ma in breve tempo, lo scorso giugno, qualche solo qualche mese di prigione, l’uomo è stato liberato: secondo il suo avvocato, l’uomo era in preda ai rimorsi. Così al momento era ufficialmente tenuto sotto “controllo giudiziario”, in attesa di processo.
Stamattina l’autore dell’efferato delitto si è presentato alla gendarmeria di Mortagne-sur-Sèvre, confessando le sue azioni e indicando anche il luogo in cui aveva posizionato il corpo della vittima.
Il sacerdote ucciso, invece, Padre Olivier Maire, aveva 60 anni
Il sacerdote ucciso, invece, Padre Olivier Maire, aveva 60 anni ed apparteneva alla comunità dei Montfortains. Il suo corpo è stato dolorosamente ritrovato a a sud est di Nantes, precisamente in Vandea, a Saint-Laurent-sur-Sèvres.
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Il “drammatico assassinio di un prete in Vandea” è stato annunciato dal ministro degli Interni, Gérald Darmanin, via twitter. Subito ha replicato anche Marine Le Pen, ex Fronte Nazionale e attuale presidente del Rassemblement National. L’accusa della leader di destra è radicale: lo Stato francese, a guida Macron, ha fallito.
La rabbia della politica incontra quella dei cristiani e dei cittadini
“In Francia dunque si può essere clandestini, incendiare la cattedrale di Nantes, non essere mai espulsi ed essere recidivi uccidendo un prete”, ha affermato Le Pen. La risposta del ministro si è focalizzata sul fatto che dal momento che l’uomo era sotto controllo giudiziario, in attesa del processo, la procedura di espulsione non poteva essere avviata, anche se l’uomo non possedeva i documenti.
Christelle Morançais, presidente in quota Républicains della regione Paesi della Loira, ha aggiunto: “Sconvolta dall’assassinio del prete in Vandea da parte del cittadino ruandese che aveva incendiato la cattedrale di Nantes lo scorso anno. La mia piena solidarietà a tutti i cattolici e in particolare alla comunità vandeana”.
“Sacerdote ucciso: il killer aveva già dato alle fiamme la cattedrale”
Nicola Guillou, delegato episcopale per l’informazione della diocesi di Rennes, ha invece twittato con dolore: “Padre Olivier Maire è stato assassinato, vittima della sua generosità. Era il superiore provinciale dei monfortani, la cui comunità si trova nella casa natale di San Louis-Marie Grignion a Monfort-sur-Meu”.
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In tutto ciò, comprese le schermaglie politiche e le discussioni su ciò che si sarebbe potuto fare, resta l’ennesimo dramma e il dolore della comunità cristiana di tutto il mondo per la perdita di un uomo di Dio, un prete che aveva donato la sua vita al Signore, e che ora è stato chiamato in cielo dopo il crudele assassinio di un uomo che era stato accolto a braccia aperte.
L’ennesimo sacrificio che brucia nel profondo dell’anima
L’ennesima contraddizione, come contradditorio è l’amore incondizionato e incomparabile di Cristo verso un’umanità che lo ha tradito persino quando si trovava tra di essa, portandolo al sacrificio estremo della Croce, dietro cui vi è lo zampino del demonio che continua a mietere vittime in tutto il Paese.
L’uomo non ha saputo rispondere, e ci si chiede come il male lo abbia manipolato nel profondo, in nome di quale forma di odio anticristiano, che assomiglia tanto allo stesso odio che ogni giorno martirizza migliaia di cristiani in tutto il Pianeta, brucia chiese, dileggia simboli della fede, bestemmia il nome di Dio, di Maria e di Gesù.
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Lo stesso male che pervade l’umanità e che Gesù sconfiggerà per sempre. Per questo è necessario affidare al cielo questo sacerdote che oggi, ancora una volta, ha compiuto l’estremo sacrificio: morire per amore, di fronte al male del mondo che continua a mietere vittime. Che il Signore lo accolga a braccia aperte.
Giovanni Bernardi