In occasione della ricorrenza della Sacra Sindone, preghiamo insieme davanti al Telo che avvolse Gesù appena deposto dalla Croce.
Oggi, 4 maggio, la Chiesa celebra la Sacra Sindone con una memoria liturgica. Ma conosciamo meglio la storia di questo Sacro Telo e, soprattutto, poniamoci in preghiera insieme a tutta la Diocesi di Torino, dove questi è custodito.
La Sacra Sindone non ha avuto una storia facile. Oggi ha una sua collocazione fissa, all’interno del Duomo di Torino, ma il suo peregrinare, dalla Terra Santa sino alle nostre zone, non è stato semplice. Per questo, il 4 maggio, la Chiesa di Torino e non solo, celebra la memoria liturgica della Sindone con una Santa messa, presieduta dall’Arcivescovo Nosiglia, alle ore 18, nella Cappella dei Guarini.
Non ci sarà nessuna esposizione al pubblico del Telo, ma al termine della celebrazione, l’Arcivescovo si recherà nella Cappella dove è custodito, per un momento di venerazione e di preghiera.
Sono in pochi a conoscere il perché di questa speciale memoria liturgica in onore della Sacra Sindone. Nel 1506 i Savoia, proprietari della preziosa reliquia, ottennero da Papa Giulio II l’istituzione di una festa liturgica della Sindone.
Fu scelto il 4 maggio perché era il giorno che seguiva un’altra importante festa, quella del ritrovamento della Croce da parte di Sant’Elena, madre dell’imperatore Costantino il Grande. Da quell’anno, senza mai interruzioni, in questa data si celebra solennemente la Festa della Sacra Sindone.
Per questo motivo, poniamoci anche noi, seppur da lontano, in preghiera davanti alla Sindone, recitando insieme questa orazione:
“Signore Gesù, davanti alla Sindone, come in uno specchio,
contempliamo il mistero della tua passione e morte per noi.
È l’Amore più grande
con cui ci hai amati, fino a dare la vita per l’ultimo peccatore.
È l’Amore più grande,
che spinge anche noi a dare la vita per i nostri fratelli e sorelle.
Nelle ferite del tuo corpo martoriato meditiamo le ferite causate da ogni peccato:
perdonaci, Signore.
Nel silenzio del tuo volto umiliato riconosciamo il volto sofferente di ogni uomo:
soccorrici, Signore.
Nella pace del tuo corpo adagiato nel sepolcro meditiamo il mistero della morte che attende la risurrezione:
ascoltaci, Signore.
Tu che sulla croce hai abbracciato tutti noi, e ci hai affidati come figli alla Vergine Maria,
fa’ che nessuno si senta lontano dal tuo amore, e in ogni volto possiamo riconoscere il tuo volto,
che ci invita ad amarci come tu ci ami”.
“Imprimi il tuo volto in me, Signore, perché il Padre vedendo Te in me ripeta: “Tu sei Il figlio che amo”.
E perché chiunque mi incontra veda una scintilla del Padre.
Imprimi il tuo volto in me, Signore, perché possa essere testimone della tua luce e della tua bontà, e dell’infinita tenerezza che hai per ogni creatura.
Imprimi il tuo volto in me, Signore, perché io possa essere un segno del tuo amore per i piccoli e i poveri, per gli ammalati e gli esclusi.
Imprimi il tuo volto in me, Signore, perché sia lo una Sindone vivente che porta in sé i segni della tua morte e Risurrezione”.
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ROSALIA GIGLIANO
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