Sacra Spina, miracolo ad Andria: Dio ci è vicino durante la pandemia

Un prodigio legato alla Sacra Spina contenuta nell’omonima cappella di Andria ha spinto il Vescovo Mansi a ritenerlo un segno divino di vicinanza.

(Websource Archivio)

L’ultimo miracolo legato alla Sacra Spina risale al 2016 in occasione della concomitanza tra il 25 marzo ed il venerdì Santo.

L’approdo della Sacra Spina ad Andria

La Sacra Spina è una delle reliquie cristiane più importanti che si trovano in Italia. Si ritiene che essa appartenesse alla corona di spine che portava indosso Gesù Cristo durante la passione e la crocifissione. Il suo arrivo ad Andria risale al 1308, quando la Principessa Beatrice d’Angiò la donò alla Cattedrale in occasione del suo matrimonio con Bertrando Del Balzo. Da quel giorno la Sacra Spina è oggetto di venerazione e motivo di pellegrinaggio.

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Dal 1910 è custodita nella Cappella della Sacra Spina, nella quale viene esposta ogni ultimo venerdì del mese, nonché durante il Venerdì Santo. Si ritiene che ogni qualvolta il Venerdì Santo coincida con il 25 marzo, giorno della Solennità dell’Annunciazione di Nostro Signore, si compia un segno prodigioso sulla Spina. L’ultima volta che si è verificato risale al 25 marzo del 2016.

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La prodigiosa variazione cromatica durante la Pandemia

Sebbene quest’anno il Venerdì Santo non coincidesse con l’Annunciazione, il Vescovo di Andria Mansi ha rivelato di aver notato una variazione cromatica sulla spina. Inizialmente voleva tenere la sensazione per sé, ma quando anche alcuni suoi più stretti collaboratori hanno convenuto che sulla Sacra Spina vi era stato un cambiamento, lo ha annunciato. La variazione si è verificata sin dal primo giorno della Settimana Santa ed ora i due esperti che hanno analizzato il fenomeno sovrannaturale del 2016 stanno analizzando il fenomeno.

Intanto il Vescovo ha dato la sua personale interpretazione al prodigio: “Ritengo ora mio dovere, come Pastore del popolo a me affidato, aiutarlo a cogliere il significato di questo umile segno che il Signore ci ha donato”, spiega per poi aggiungere: “Ritengo che il Signore abbia voluto dirci che la sua passione continua nel dolore di tanti uomini e donne di tutto il mondo. Ma anche che questa passione, come la Sua, per quanto dolorosa, è parola penultima, perché l’ultima è sempre una parola di vita e di speranza”.

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Luca Scapatello

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