Il sacrificio di Gesù sulla Croce rappresenta un vero e proprio cammino di crescita. Questa ascesa, ci spiega Benedetto XVI parte dal sacrificio e dall’umiliazione per condurci alla gloria del cielo. In questo gesto di amore totale, la Croce si manifesta come ponte che unisce l’umanità alla grandezza di Dio, aprendo la via della salvezza.

La figura di Gesù quale sacrificio supremo ha rappresentato un ruolo centrale e importantissimo nel magistero di Papa Benedetto XVI. In una profonda riflessione da lui scritta, l’allora Pontefice ha descritto questa figura come il vero significato dell’amore di Dio nei confronti del mondo creato. Facendosi carne, Egli si dona e si eleva al Cielo. Questo, per usare le parole di Benedetto XVI è il cosiddetto “amore sino alla fine”, quell’amore che arriva a diventare sacrificio per il bene dell’umanità. Il pensiero di Joseph Ratzinger su questa fondamentale tematica parte dal concetto di ascensione. Questo è un termine che, tradizionalmente, si lega al ritorno di Gesù al Padre, a seguito della sua Resurrezione. Con la sua riflessione, il Pontefice ci invita a guardare al sacrificio della Croce come una “meta”. Non si tratta di un semplice movimento fisico verso l’alto, ma di un cammino spirituale che passa attraverso la sofferenza e la glorificazione di Gesù.
Il sacrificio di Gesù: l’insegnamento di Benedetto XVI
Nel contesto della Bibbia, gli antichi sacrifici erano quelli che venivano effettuati nel Tempio di Gerusalemme. Questi avevano come scopo quello di ristabilire la relazione tra uomo e Dio. Ma, secondo la Lettera agli ebrei, questi sacrifici non erano più sufficienti. Le parole di Benedetto XVI ci aiutano meglio a comprendere la tematica del sacrificio: “L’ultima meta di questa «ascesa» di Gesù è l’offerta di se stesso sulla croce, offerta che sostituisce i sacrifici antichi; è la salita che la Lettera agli Ebrei qualifica come l’ascesa verso la tenda non più fatta da mani d’uomo, ossia nel cielo stesso, al cospetto di Dio (9,24). Questa ascesa fino al cospetto di Dio passa attraverso la Croce è la salita verso l’« amore sino alla fine » (cfr Gv 13,1), che è il vero monte di Dio (fonte: Benedetto XVI, Gesù di Nazareth). L’allora Pontefice ci parla di sostituzione. Gesù, con il suo sacrificio sulla Croce, inaugura una nuova alleanza. Questa è un’alleanza che non si limita a simboli e rituali, ma si manifesta come realtà concreta e definitiva.
L’ascesa di Gesù
Dunque, in tal senso, l’ascesa di Gesù non è soltanto fisica, ma è anche spirituale. Questa ascesa è segnata dal radicale gesto d’amore, proprio quell’amore “sino alla fine” di cui parla Giovanni nel tredicesimo capitolo del suo Vangelo e che Benedetto XVI richiama nel suo scritto. L’ascesa di Gesù alla Croce, dunque al cielo è, secondo l’insegnamento di Joseph Ratzinger, il cuore della fede cristiana. La profonda visione del Pontefice su questa delicata quanto profonda tematica, ci invita a comprendere che quello della Croce non è esclusivamente un evento di tipo storico. Quello della Croce è un vero e proprio mistero che coinvolge la vita e il percorso di ciascun cristiano, che è chiamato a seguire il cammino di Gesù. La Croce, in sostanza, segna il passaggio dal vecchio sacrificio all’inizio di una nuova alleanza, il luogo dove si compie la salvezza.
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