Che Abel Azcona si definisca un “artista” a noi sembra assurdo, però dopo il crocifisso nell’urina, ormai non ci meravigliamo più di nulla. Lo pseudo artista pur di far parlare di se, ha avuto la malsana idea di far trafugare 248 ostie consacrate cioè il corpo di Gesù durante la comunione, per farne secondo lui un’opera d’arte. La voglia di successo e di mettersi in mostra, supera ampiamente il senso del pudore e del rispetto che in un artista dovrebbe essere spiccato. certo che arrivare a profanare il Santissimo Sacramento per attirare l’attenzione dei critici e dei media significa vendere l’anima al diavolo e le conseguenze immaginiamo siano devastanti .
Ma il fatto altrettanto grave è che qualcuno abbia dato uno spazio perchè questa blasfemia sacrilega fosse perpetrata, una domanda sorge spontanea perchè l’artista non è stato richiamato all’ordine vista la grave offesa arrecata alla religione cattolica. Chissà se l’offesa fosse stata fatta verso altre religioni quale clamore avrebbe suscitato e quanta indignazione avrebbe generato. ma come ormai abbiamo appurato sputare sui cristiani non è peccato perchè tanto sanno che noi l’altra guancia la porgiamo sempre.
“Non sono stati né il comune né gli organizzatori dell’esposizione, bensì un semplice cittadino che, indignato e rattristato per l’utilizzo del Corpo di Cristo per formare la parola “pederastia ” ha raccolto di sua mano le particole e le ha trasportate in una parrocchia.
La profanazione di 248 Ostie consacrate, utilizzate in maniera sacrilega per scrivere la parola “pederastia” in una esposizione a Pamplona ha suscitato tale indignazione nei cittadini che uno di essi ha deciso di entrare nel luogo in cui erano esposte per ritirarle personalmente.
Senza aspettare che il Comune di Pamplona, governato da EH Bildu (Paesi Baschi Uniti)), spiegasse perchè era stato concesso uno spazio pubblico per ospitare una esposizione che attacca in forma radicale lo spirito religioso, un cittadino ha deciso di porre fine alla profanazione e portare le Ostie consacrate alla parrocchia del Cristo Re di Pamplona affichè il Corpo di Cristo possa ora riposare in un santuario.
Nell’esposizione rimangono comunque delle foto a prova di questa profanazione. Il luogo in cui si sono svolti questi fatti è la sala d’esposizione della piazza Serapio Esparza (Conde Rodezno), ceduta dalla diocesi di Pamplona al comune.
La Chiesa Navarra aveva deciso di cedere lo spazio al governo municipale per attività culturali a condizione che venissero rispettate la natura e l’origine della costruzione, condizione che ovviamente non è stata rispettata. Ora il Comune di Pamplona potrebbe essere denunciato per questa inadempienza e per avere consentito un simile attacco ai cattolici”.
Fonte: Annalisacolzi.it