A Barcellona, all’interno della Sagrada Familia, è stato dato l’ok d’ingresso ai turisti ma non ai fedeli. Ecco il perché della decisione.
Il Governo locale ha aperto un procedimento contro l’Arcivescovado di Barcellona per la decisione sugli ingressi alla Sagrada Familia.
Sagrada Familia: il funerale oltre le persone previste
Una decisione che ha fatto letteralmente discutere: chiudere una chiesa ai fedeli, ma aprirla, invece, ai turisti. Questo è ciò che il Cardinale di Barcellona ha deciso dopo che il 26 luglio aveva ammesso in Basilica non solo le 10 persone per il funerale di una persona, ma aveva lasciato anche entrare i turisti, contravvenendo così alla norma anti Covid ed anti assembramento emanata dal Governo spagnolo.
A questo funerale hanno assistito circa 130 persone. Se da un lato, lo scorso 24 luglio, il Governo catalano ha autorizzato l’apertura del famoso tempio e l’ingresso dei turisti in numero ben superiore, dall’altro lato ci si rimetteva anche al senso civico sia dei sacerdoti che degli stessi turisti e fedeli ad evitare assembramenti all’interno del luogo sacro.
“Si lede la libertà di culto e la fede”
Con l’aumento e l’impennata dei casi proprio in Spagna, il funerale si doveva celebrare nella forma più ristretta possibile, evitando quindi che partecipassero non solo i familiari stretti, ma tutti coloro che effettivamente conoscevano il defunto.
Dal canto suo, il Cardinale di Barcellona, Omella (che ha anche officiato questo rito funebre) ha presentato una causa giudiziaria contro il Dipartimento della Sanità catalano per aver cercato di violare “la libertà religiosa e la libertà di culto”, definendo ingiusto e discriminatorio il limite massimo di 10 persone per un funerale.
Sagrada Familia: il Governo contro l’Arcivescovado
Il Cardinale ha rimarcato, anche durante la sua omelia, che “tutte le norme di distanziamento e le altre norme anti Covid sono state rispettate. Per questo la Basilica era aperta a tutti”, ma forse non è bastato. Il Governo, infatti, ha esposto denuncia proprio contro l’Arcivescovado.
Da un lato, il virus che torna a far paura ed i Governi che chiudono; dall’altro la fede, e la possibilità di pregare in Chiesa rispettando le norme anti Covid.
Ma la soluzione non sarà certo semplice da trovare.
ROSALIA GIGLIANO
Fonte: aleteia.org