Sul sito a lui dedicato, di Sai Baba, si dice: “Egli è solo nato in un contesto indù, ma la sua Missione, pur riconoscendo la legittimità di ogni tradizione ed istituzione religiosa, le trascende tutte, giacché intende indicare all’uomo la via che conduce alla presa di coscienza della propria natura Divina, nel rigoroso rispetto degli insegnamenti spirituali universali, comuni alle diverse tradizioni religiose”.
Ai cristiani più consapevoli basterebbe questa affermazione, per rendersi che, il santone su citato, era un personaggio da cui guardarsi bene, che poteva minare fortemente, con le sue argomentazioni, la fede di chiunque e portarlo verso la ricerca di una divinità diametralmente opposta a quella del nostro Creatore.
Lui diceva di essere il Cristo in terra, di essere un Dio, mentre le indagini sul suo conto scoprivano un giro di affari di miliardi di euro, dovuto a traffici illeciti e corruzioni nelle alte sfere della politica internazionale.
Si definiva guru, filantropo ed educatore, ma aveva predetto che sarebbe morto a 93 anni, invece si è spento all’età di 85.
Ecco le sue parole: “Io sono l’incarnazione dell’amore divino. Non c’è esistenza senza amore; il più basso ama se stesso, come minimo. E se stesso è Dio. Quindi non esistono atei”.
Qualcuno lo credeva immortale, ma il suo impero lo ha lasciato qui, su questa terra, e si chiama Sri Sathya Sai Central Trust, ora conteso dai suoi eredi, che si ritrovano a gestire, chili di oro, oltre ad ospedali ed istituti.
Veniva definito il Beato col tocco guaritore ed aveva conquistato molti personaggi del jet set di tutto il mondo.
Gli abusi di cui è stato accusato sono innumerevoli, come i complotti alle sue spalle, ma ciò che meglio di altro ci fa capire che “tipo” fosse è il racconto di una donna italiana che lo ha conosciuto bene.
La signora si trovava a vivere un momento molto particolare e doloroso della sua vita: il padre, malato di cancro, stava per morire, secondo quanto dicevano i medici.
Le capitò, allora, di incontrare qualcuno che le propose delle cure alternative e finì per conoscere, in Italia, un seguace di Sai Baba, che le parlò del suo potere da guaritore infallibile.
La signora e il padre malato partirono per l’India, con la speranza di trovare una soluzione alla malattia.
Al vedere il santone, la signora si turbò alquanto, ma rimase li ad osservare le centinaia di persone, che si inchinavano al suo passaggio, sperando di essere invitate a parlargli.
Solo qualcuno, infatti, riceveva questo onore.
La signora venne scelta subito: erano bagnati dalla piaggia, quel giorno, ma -racconta- subito si ritrovarono asciutti!
Sai Baba si muoveva come se scivolasse sul pavimento o non lo toccasse affatto e fece apparire della cenere, quella ritenuta sacra e utilizzata dai suo adepti.
Passo dopo passo, la signora si convinse di essere, realmente, al cospetto di Cristo (non si sa bene per quale prodigio) e accettò di consacrare anima e corpo a quell’uomo, convinta di essere dalla parte del bene.
Tornati dall’India, suo padre peggiorò e morì; lei ebbe una serie di disgrazie, come la perdita del lavoro, la morte del marito, l’incidente automobilistico del figlio …
Cominciò, dunque, a capire di essere vittima di un inganno spirituale e malefico.
Un incontro con Padre Gabriele Amorth, il noto esorcista, le chiarì ulteriormente le idee: aveva conosciuto un figlio di Satana ed ora necessitava di un serio cammino di liberazione.
Sia l’Eucarestia, che l’acqua benedetta, per lei, erano diventate amare e le vollero ben 5 anni per liberarsi dalla vessazione.
Seppe che la cenere che aveva usato su di lei e sul padre era, in realtà, polvere di ossa di persone sconsacrate.
In uno dei riti di esorcismo, Padre Amorth le rivelò che era riuscito a sottrarla a Satana, solo perché da piccola era stata consacrata alla Madonna.
Non ne sapeva nulla, ma chiese alla madre che glielo confermò!
Antonella Sanicanti