Matteo Salvini in un discorso al Senato ribadisce la sua posizione sulle Ong e sull’accoglienza ai migranti spiegando come “Amare il prossimo come se stesso” è un concetto che deve partire dall’amore nei confronti dei cittadini italiani e di quei bambini e quelle donne che fuggono dagli orrori della guerra. Dopo tutte le polemiche nate dalla decisione di Salvini e Toninelli di mantenere i porti chiusi anche di fronte alle emergenze mediche a bordo della nave Aquarius che trasportava oltre 600 migranti, il ministro dell’Interno risponde a chi lo accusa spiegando la propria posizione. Una posizione molto apprezzata in Senato dai presenti, ma che non toglie la spada di Damocle di una possibile sanzione comminata all’Italia per il rifiuto di far approdare la nave Aquarius: il diniego all’accoglienza, infatti, pare non sia previsto dalle leggi internazionale nel caso ci siano donne incinta e malati a bordo della nave.
Il discorso di Salvini al Senato
Il discorso del ministro dell’Interno al Senato comincia con una critica al sistema d’accoglienza che è in vigore al momento ed alla decisione di lasciare spazio alle Ong di operare in mare per trasportare migranti dall’Africa all’Europa: “Voglio che gli Stati tornino ad essere Stati”, tuona Salvini che poi aggiunge: “Non è possibile che siano delle associazioni private finanziate da chissà chi a gestire i tempi ed i modi della migrazione”. L’invettiva del leader leghista continua con un attacco a George Soros: “Io amo il volontariato, faccio io stesso volontariato e sono donatore di sangue, ma quando leggo che dietro ad una Ong c’è la Open Society Fondation di George Soros qualche dubbio sulla generosità comincia a venirmi”.
L’intervento di Salvini al Senato si conclude con una riflessione sulla frase “Ama il prossimo tuo come te stesso”. Su questo concetto il ministro fa una riflessione e dice che il suo prossimo, quello che ha maggiore bisogno di aiuto in questo momento, sono le donne ed i bambini che fuggono dalla guerra che, spiega: “Sono le prime vittime della confusione che stiamo vivendo”- e ancora “Devono sentirsi in Italia come se fossero a casa loro e non possono essere mischiate ad un immigrazione clandestina che porta solo a scontro sociale”. Il leader leghista aggiunge che a suo modo di vedere amare il proprio prossimo significa anche amare gli italiani che hanno perso il lavoro e la casa e che vivono in condizioni di indigenza, quindi chiude dicendo: “Daremo spazio ai profughi e agli immigrati regolari che rispetteranno la tradizione, la legge e la cultura italiana. A questo obbiettivo dedicherò i prossimi anni e la mia intera vita”.
Luca Scapatello