Tratto da un’intervista su famiglia Cristiana.
Ha quasi 19 anni e frequenta la facoltà di Fisica. Aveva già visto gli Stati Uniti, dove vola spesso con i suoi genitori per curarsi. Perché Sammy Basso è affetto da progeria,rara malattia genetica che provoca un invecchiamento precoce del corpo e colpisce un individuo su otto milioni.
Ma un sogno del ragazzo, attraversare gli Stati Uniti percorrendo la leggendaria Route 66, si è realizzato l’estate scorsa insieme a mamma Laura, papà Amerigo e Riccardo, un suo compagno delle superiori. Il racconto di questo percorso è andato in onda su Nat Geo People (canale 411 di Sky): Il viaggio di Sammy, prodotto da Stand By Me di Simona Ercolani per National Geographic Channel, è ben più di un documentario. Perché la realtà e gli incontri sono filtrati dallo sguardo del protagonista, animato da una fede granitica.
– Tre incontri che ti hanno colpito di più nel tuo viaggio?
«Incontrare James Cameron, il regista di Avatar, e Matt Groening, il creatore dei Simpson, è stato fantastico e surreale. Anche l’incontro con Lerry, il Navaho che ci ha guidati per un pezzo del nostro percorso, è stato stupendo. Ma tutti sono stati incredibili».
– Se dovessi scegliere un paesaggio fra quelli che hai contemplato?
«Credo di essere caduto nella ben nota disputa tra Monument Valley e Grand Canyon».
– Cosa ti resta di questa esperienza?
«Ho potuto guardare e comprendere i costumi di gente diversa, dagli amish agli indiani, dai motociclisti a Pappy (detto anche “il grigliatore”), per non dimenticare Bob, il sindaco di Pontiac. Mi sono rimasti dentro la bellezza della natura, le amicizie fatte e un fantastico ricordo di un viaggio con persone che mi vogliono bene».
– E telecamere e obiettivi?
«Le telecamere e gli obiettivi sono sempre strani, per non parlare dei microfoni, scomodi se ci si deve sedere. Non è facile, ma divertente. Comunque la troupe era fantastica, siamo diventati amici ed è un peccato che non comparirà nel documentario: le risate più belle le ho condivise con questo gruppo».
– Pensi che il programma possa sensibilizzare sulle malattie rare?
«Certamente. Credo che agli spettatori faccia bene vedere che anch’io posso fare un viaggio del genere, che spaventerebbe pure chi ha gambe buone. Sensibilizzerà sulla mia malattia e sulla visione che si ha dei disabili».
– Hai mandato una lettera a papa Francesco: cosa gli avevi scritto? E cosa vi siete detti quando lui ti ha telefonato?
«Nella lettera volevo solo fargli sapere che condividevo appieno molte cose che sta facendo. Quando mi ha chiamato è stato come parlare con un amico di vecchia data. Mi ha chiesto di pregare per lui, gli ho chiesto di fare altrettanto: il Papa avrà un filo diretto, no?».
– Porti il tau al collo: sei legato a san Francesco?
«Credo che il tau sia uno dei simboli che più mi rappresenta, oltre alla fede, che occupa un ruolo centrale della mia vita. Esprime povertà, semplicità e umiltà: valori ben più grandi di ogni ricchezza. Ho conosciuto la figura di san Francesco in vari modi, anche partecipando a un musical su di lui, e condivido il suo considerare tutti fratelli».
– Negli studi cosa ti appassiona?
«Tutte le scienze, e credo che la Fisica, guardando al cuore della materia, abbia le carte in regola per risolvere molti problemi. L’ho scelta per questo e per pura passione».
– Sei anche impegnato nell’associazione che porta il tuo nome e hai scritto un libro intitolato Scolpire il corpo, scoprire l’anima.
«L’Associazione italiana progeria Sammy Basso Onlus, unica in Europa, lavora per far conoscere la malattia e raccogliere fondi per la ricerca. È un grande impegno, ma vedere persone che fanno l’impossibile per aiutarmi ripaga di tutto. Una di queste è Valentino Baron che, essendo un artista, mi ha regalato una statua di terracotta; il volume racconta questa esperienza, fatta e scritta a quattro mani».
– Dove trovi la forza per affrontare la tua malattia e gli sguardi curiosi di alcune persone?
«Ciò che mi aiuta, anche quando sembra che tutto e tutti mi vadano contro, sono la fede e l’amore delle persone care, genitori per primi. Per quanto riguarda lo sguardo curioso delle persone, credo mi salvi il mio spirito di sopportazione ».
– Cosa fai nel tempo libero?
«Leggo, disegno, recito. E non solo. Mi perderei ore su Internet, ma comunque il modo migliore di passare il tempo libero è quello di stare in compagnia degli amici».
– I tuoi sogni?
«Il più immediato è diventare un fisico delle particelle. E poi riuscire ad aiutare gli altri, come tante persone fanno ora con me».