Il santo romano fondo il Ministri degli infermi e la filosofia che lo sorregge tutt’ora.
Il 14 luglio si celebra San Camillo De Lellis, patrono dei malati, degli ospedali e del personale ospedaliero (nonché dell’Abruzzo). Il perché si celebri la figura di questo santo del XVI secolo il 14 luglio è semplice: proprio in questo giorno lasciò le sue spoglie mortali nel 1614. Più complesso e sfaccettato è descrivere in poche parole l’importanza che ha avuto per la Chiesa Cattolica quest’uomo. La sua dedizione alla cura dei malati, infatti, non si limita all’istituzione dei Chierici Regolari Ministri degli Infermi (o più semplicemente Camilliani), ma va oltre.
Nel corso della sua vita San Camillo si è dedicato alla cura di infermi e malati mettendo in pratica gli insegnamenti del Vangelo come nessun altro (Cristo a parte) aveva fatto prima. La sua filosofia, il suo approccio alla cura, è la stessa che possiamo riscontare nei medici cristiani, la medesima a cui sprona i medici papa Francesco. Più esplicative nel raffigurare cosa ha rappresentato San Camillo sono le parole dell’attuale segretario generale dell’ordine dei Ministri degli Infermi, Gianfranco Lunardon, che sull’Osservatore Romano scrive:
“Camillo ha scoperto la sua periferia esistenziale del cuore e delle relazioni, realizzando un’accoglienza incondizionata verso tutti quei poveri e miserabili che non rientravano nella logica elitaria del rinascimento e propone invece un grande “umanesimo plenario”. E in questa sua azione, realizza praticamente una nuova scuola di carità che oggi potremmo chiamare una nuova scuola di giustizia, dal momento che non è possibile scindere l’evangelizzazione dall’annuncio dell’anno di grazia del Signore”.
Camillo De Lellis nacque a Bucchianico, piccolo paese dell’Abruzzo, il 25 maggio 1550 da una famiglia aristocratica. A soli 13 anni perse la madre e qualche anno dopo il padre decise di avviarlo alla carriera militare. Nel 1570 un ulcera al piede lo costrinse ad abbandonare la carriera nell’esercito, Camillo venne curato all’Ospedale degli incurabili di Roma, dove poi venne assunto come inserviente. Anche quel lavoro durò poco, visto che la sua scarsa propensione al lavoro lo fece cacciare. La sua vita cambiò nel 1575 quando incontro del monaci Cappuccini che lo assunsero per svolgere delle commissioni.
Dopo aver effettuato la prima consegna Camillo sentì la chiamata di Dio e si convertì. La precedente indolenza scomparve e sebbene la piaga al piede lo costrinse a tornare nell’ospedale degli Infermi di Roma, questa volta il soggiorno di 4 anni gli servì per comprendere la propensione per la cura ai malati. Nel 1582 fondò la Compagnia dei Ministri degli Infermi i cui statuti vennero approvati da papa Sisto V. La compagnia venne riconosciuta Ordine Religioso nel 1591 grazie all’impegno con il quale i monaci si erano distinti. Morì il 14 luglio del 1614 a Roma e venne beatificato nel 1742 da Benedetto XIV.
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Luca Scapatello
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