San Carlo Borromeo, il Santo di oggi 4 Novembre, protegge i catechisti

Nella seconda metà del XVI secolo, una tremenda carestia, prima, ed un’epidemia di peste, poi, colpirono buona parte dell’Italia settentrionale.

San Carlo Borromeo
San Carlo Borromeo – photo web source

In quegli anni, mentre coloro che ne avevano la possibilità abbandonavano i luoghi di residenza per scampare al pericolo, l’Arcivescovo di Milano, Carlo Borromeo (1538-1584, Piemonte), acquistava, a sue spese, farina, riso, legumi necessari a nutrire ben 3.000 persone.

Mentre le Chiese venivano chiuse, per arginare la diffusione della malattia, l’Arcivescovo faceva allestire altari all’aperto, perché i fedeli potessero seguire le celebrazioni e nutrirsi del Corpo di Cristo, in un momento così tragico.

Così scrisse Alessandro Manzoni, ne “I Promessi Sposi”, di quegli avvenimenti storici: “La peste colpì buona parte d’Italia e in ispecie il milanese, dove fu chiamata (…) la “peste di San Carlo”. Tanto è forte la carità! Tra le memorie così varie e così solenni d’un infortunio generale, può essa far primeggiare quella d’un uomo; perché a quest’uomo ha ispirato sentimenti e azioni più memorabili ancora de’ mali; (…) perché in tutti l’ha spinto e intromesso, guida, soccorso, esempio, vittima volontaria; d’una calamità per tutti, far per quest’uomo come un’impresa”.

La vocazione di San Carlo Borromeo

I genitori di Carlo morirono prematuramente, ma lui ebbe comunque i mezzi per poter studiare e laurearsi, in Diritto Civile e Canonico. Quando lo zio materno, il Cardinale Giovan Angelo Medici, fu eletto Papa, col nome di Pio IV, venne richiamato, insieme al fratello, a Roma, dove poté godere di protezione e di molti benefici. Il fratello Federico morì dopo pochi anni e -si dice che- proprio in seguito a questo evento, Carlo decise di cambiare radicalmente vita. Ben presto, ricevette l’ordinazione sacerdotale e, di li a poco, fu nominato Vescovo.

Volle consacrarsi al servizio della Chiesa, intesa come “comunità di fedeli”, perciò cominciò ad elargire buona parte delle sue rendite a malati e bisognosi e a dedicarsi, per lunghe ore, alla preghiera, in favore di ogni persona.

San Carlo Borromeo, protettore dei catechisti

Diceva: “Le anime si conquistano con le ginocchia”, ossia con la preghiera umile e continua. Come Arcivescovo di Milano (Diocesi che all’epoca comprendeva un territorio ampissimo, che andava dal Piemonte al Canton Ticino, alla Liguria), cominciò ad annunciare e ad attuare un piano pastorale “severo”, al fine di contrastare l’ignoranza e il malcostume del clero, nonché l’influenza delle autorità civili sugli affari della Chiesa.

In quel frangente, fu lui a convincere il Papa a riaprire il Concilio di Trento. Adoperò ogni suo mezzo per la costruzione di Chiese, collegi e scuole, ospizi per le ragazze in pericolo. Indisse visite pastorali frequenti, riunioni e ritiri per i sacerdoti, al fine di saggiarne l’adeguatezza. Istituì seminari e scuole di catechesi a tutti i livelli e, fino all’ultimo, seguì personalmente tutte le sue fondazioni.

In ognuna di esse riecheggiava il motto dell’Arcivescovo, formato da una sola parola: “Humilitas!”. San Carlo Borromeo è, da sempre, ritenuto anche il protettore dei catechisti. A lui è dedicato l’omonimo colosso, una statua di oltre 30 metri, situata ad Arona (Novara).

Preghiera a San Carlo Borromeo

O glorioso san Carlo, sii padre tenerissimo di questo popolo; salvaci dall’errore e dalla corruzione, soccorrici nelle prove, aiutaci nella malattia e in ogni sofferenza.

San Carlo Borromeo
San Carlo Borromeo – Arona

Fa che il nostro impegno di vita cristiana aumenti di giorno in giorno e che ci adoperiamo alacremente per l’estendersi del regno di Dio su tutta la terra e in tutte le anime.

Ottieni la benedizione di Dio sui tuoi fedeli e fa che un giorno siano felici con te nella beata eternità. Amen.

Antonella Sanicanti

 

 

 

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