San Domenico di Guzman dedicò gran parte del suo tempo alla lotta contro le eresie: il fulcro di questa lotta si concentrava nella preghiera. La Vergine Maria gli consegnò tra le mani il mezzo per combattere questa importante lotta.
La recita del Santo Rosario è oggi molto diffusa in ogni parte della terra. Questa pratica devozionale, in onore della Vergine Maria e della contemplazione dei misteri, trae le sue origini proprio da un evento miracoloso che riguardò, nel 1212, il Santo domenicano. Tra i più ferventi oppositori alle pratiche eretiche, San Domenico di Guzman intraprese questa difficile lotta con ogni mezzo a sua disposizione. Il suo incontro con il Vescovo Diego di Acebes lo portò ad una conoscenza approfondita di una delle pratiche più pericolose per la cristianità del tempo: il movimento dei catari, conosciuti anche come albigesi. Questo movimento ereticale operava principalmente nella Francia Meridionale.
San Domenico di Guzman e i mezzi per contrastare l’eresia
Il Santo, fondatore dell’Ordine dei Frati Predicatori, si adoperò con ogni mezzo a sua disposizione per combattere l’eresia. Dal momento che gli eretici avevano molto appiglio sulla popolazione perché offrivano un esempio di vita austera e povera, il Santo, accompagnato dal Vescovo Diego, capì che il modo per combatterli era innanzitutto quello di affrontarli sul loro stesso terreno. Dunque, San Domenico iniziò ad associare la predicazione, di cui era un grande punto di riferimento, all’esempio di vita austera.
Ma non solo la predicazione: tra le “armi” per combattere l’eresia, il Santo puntò molto sui dibattiti pubblici, colloqui personali, preghiera e esempi di penitenza. A Prouille, nella regione dell’Occitania, il Santo fondò un monastero, all’interno del quale si ospitavano donne che si erano distaccate dalla pratica eretica del catarismo.
L’esperienza a Tolosa e l’incontro con la Vergine
Ma l’esperienza più intensa, dal punto di vista spirituale, il Santo la visse a Tolosa. La fonte che ci racconta l’emblematico episodio di Tolosa è, come riporta Famiglia Cristiana, il Beato Alano della Rupe. Nel periodo contraddistinto dalla sua permanenza a Tolosa, San Domenico di Guzman ricevette in visita la Vergine Maria. Fu proprio la Madonna a consegnare nelle mani del domenicano il Santo Rosario, quale mezzo più efficace per combattere, in completa assenza di violenza, le eresie che minacciavano la cristianità. Da quel momento (era il 1212) il Santo Rosario divenne tra le più tradizionali e sentite preghiere mariane
Il Beato Alano della Rupe ci ha consegnato i dettagli di quel miracoloso incontro, a partire dalla presentazione della Vergine, che apparve con il Bambino Gesù tra le braccia. Maria, seduta su un trono, aveva tra le mani una Corona, fatta da 15 Gigli, che rappresentavano i Pater Noster, e da 150 Rose, le Ave Maria. Presentatasi di fronte al Santo, gli disse queste parole: “Dio scelse come inizio della Redenzione l’Ave Maria: prega il Rosario e vedrai i frutti sperati nella predicazione. Tutto quello che mi chiederai nel Rosario otterrai”.
La consegna del Rosario
Dopo aver consegnato il Rosario tra le mani di Domenico, la Vergine disse ancora: “Dio Padre mi ha coronato Regina del Santissimo Rosario, con una Corona di 150 Gioielli: le bianchissime Gemme dell’Incarnazione, le purpuree Gemme della Passione, e le Gemme, scintillanti come le Stelle, della Resurrezione e della Gloria di Gesù. Orsù prendi il Rosario e insegnalo ovunque: Io sarò con Te. Entra coraggiosamente nella Piazza della città, e loda e raccomanda il mio Rosario. Consiglia il Rosario e non temere: vedrai le più grandi meraviglie della potenza di Dio”. (Fonte: Beato Alano, Visioni)
Fabio Amicosante
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