Domenico Savio (1842-1857, Torino) è uno dei più giovani Santi della storia della Chiesa.
Domenico Savio era un ragazzino che, sin da piccolo, aveva consapevolizzato il senso dell’essere cristiano e dell’attesa, dopo la morte terrena, della vera ed eterna vita. “Sei stanco papà? Io sono buono a poco, ma prego il buon Dio per te”. Così accoglieva la sera il padre di ritorno da lavoro. Con parole semplici e dirette -come la sua innocente età gli faceva intendere- si metteva in ginocchio, rivolgendosi al fratello maggiore, Gesù.
Ma Domenico cresceva anche nel coraggio, quello che lo rafforzava nel voler mostrare come un cristiano non si dimentica di essere tale, davanti ad altri che nella fede sono tiepidi. Se, infatti, nella sua casa, si ospitava qualcuno, che prima di mettersi a tavola non si faceva il segno della croce, lui si impuntava dicendo: “Non posso mangiare con uno che divora tutto come le bestie”.
A 7 anni, cosa non comune a quel tempo, gli venne impartita la Prima Comunione e lui si ripropose quattro obiettivi: “Mi confesserò e comunicherò sovente; voglio santificare le feste; i miei amici saranno Gesù e Maria; la morte, ma non i peccati”. Ed è secondo questi principi che spese ogni minuto della sua giovane vita, riportando alla sua esperienza l’esempio costante del sacrificio e della devozione di Gesù stesso al Padre.
Si racconta che a scuola (luogo in cui si recava percorrendo a piedi 15 chilometri, ogni giorno, lungo strade isolate e malfamate, accompagnato solo dall’Angelo Custode) i compagni di classe avessero organizzato uno scherzo al maestro, riempiendo la stufa di sassi e neve.
Gli stessi compagni, poi, avevano accusato proprio Domenico di aver combinato quel disastro e lui, subendone in silenzio la conseguente punizione, non si era minimamente giustificato. Scoperta la verità, il maestro però gli aveva domandato: “Perché non mi hai detto che eri innocente?”. Lui rispose: “Quel tale, già colpevole di altre mancanze, sarebbe stato cacciato da scuola. Io pensavo di essere perdonato. E poi pensavo a Gesù, anche lui è stato castigato ingiustamente”!
Qualche tempo dopo quell’episodio, Domenico venne accompagnato alla scuola di Don Bosco, la guida da cui attinse queste parole, profetiche per lui, che gli confermarono la saggezza della sua condotta: “E’ volontà di Dio che ci facciamo santi. Dio ci prepara un grande premio in cielo se ci facciamo santi”. Il bambino chiese allora: “Come devo fare?”. “Servi il Signore nella gioia”.
E così fece, aiutando, ad ogni occasione, i ragazzi di Don Bosco e delle vicinanze a riflettere sul retto comportamento da tenere davanti al Signore; parlando ai coetanei ribelli; consolando i moribondi per cui pregava, mentre gli si portava la Comunione; mescolandosi tra i miscredenti che severamente ammoniva, nonostante la sua tenera età.
Fino a che decise di omaggiare (dopo che Papa Pio IX aveva affermato, l’8 dicembre del 1854, il dogma dell’Immacolata Concezione) la Mamma Celeste, coinvolgendo alcuni suoi amici fedeli nella creazione di un gruppo, per sostenere Don Bosco e salvare le anime perdute, bisognose di conversione e conforto. Il gruppo di chiamò “Compagnia dell’Immacolata” e diede una forte spinta ai propositi dei Salesiani, nascenti proprio in quegli anni, per opera, appunto, di Don Bosco che approvò e sostenne anche questa iniziativa. Così, i ragazzi si impegnavano a confessarsi e comunicarsi spesso, a pregare e a studiare la Parola per condurre a Dio i casi più difficili.
Una sera del 1857, il piccolo trascinatore di cuori tornò a casa molto provato e salutò i suoi, avvertendo che li avrebbe lasciati per sempre: “Addio, caro papà … Oh, che bella cosa io vedo …”. Dirà poi a Don Bosco in sogno: “E’ stata Maria Santissima la mia più grande consolazione in vita e in morte. Lo dica ai suoi figli che non dimentichino mai di pregarla”.
Nel 1954, Papa Pio XII lo proclamò Santo di fronte ad una folla di giovani e si inginocchiò in onore del Santo ragazzino, ispirazione e condottiero dei più piccoli verso la conoscenza del Padre. E’ celebrato il 9 Marzo, ma anche il 6 Maggio dai Salesiani.
Angelico Domenico Savio, che alla scuola di San Giovanni Bosco imparasti a percorrere le vie della santità giovanile, aiutaci ad imitare il tuo amore a Gesù,
la tua devozione a Maria, il tuo zelo per le anime;
e fa’ che proponendo anche noi di voler morire piuttosto che peccare, otteniamo la nostra eterna salvezza. Amen.
Antonella Sanicanti
Segui tutte le nostre News anche attraverso il nuovo servizio di Google News, CLICCA QUI
In molti si chiedono se Padre Pio avesse una devozione verso le anime sante del…
Due avvenimenti ritenuti miracolosi sono legati alla devozione marina della Madonna della Guardia di Gavi,…
Specialità della tradizione dedicata a santa Cecilia, le pettole sono buonissime e perfette in questa…
Per nove giorni consecutivi ci rivolgiamo con fiducia alla Vergine Maria che per il tramite…
San Francesco d'Assisi è uno dei Santi più venerati e conosciuti da tutto il mondo…
Papa Francesco durante l'Udienza generale del mercoledì ha annunciato la tanto attesa data di canonizzazione…