San Fabiano sedette sulla Cattedra di Pietro per ben 14 anni. Quando l’Imperatore chiese di rinnegare il cristianesimo, in favore del culto pagano, il Santo si rifiutò.
Quella di San Fabiano fu una scelta coraggiosa, che gli costò la vita, così come a molti altri martiri venerati dalla Chiesa Cattolica. San Fabiano, di cui oggi festeggiamo la memoria liturgica, fu Pontefice della Madre chiesa per ben quattordici anni, dal 236 al 250. Le sue grandi doti organizzative e il suo immenso spirito caritatevole, lo portarono a compiere delle iniziative di grande spessore carismatico. Tra queste, la più importante fu quella della divisione di Roma in sette diaconie, per dar vantaggio all’assistenza ai poveri.
San Fabiano e l’organizzazione del papato
San Fabiano fu un Pontefice molto amato dal popolo cristiano. C’è da mettere in evidenza un fatto di non poca importanza. Il Santo resse la Cattedra di Pietro in un periodo molto difficile per la cristianità, dal momento che le persecuzioni erano all’ordine del giorno. Nel secolo in cui visse e operò il Santo, il numero dei martiri della Chiesa è molto alto e, tra questi, viene menzionato anche il Santo Pontefice. Chiariremo più avanti, però, quali furono le circostanze che portarono alla morte San Fabiano.
San Fabiano fu un grande uomo diplomatico: durante il suo pontificato, furono numerosi i rapporti con l’Africa e con l’Oriente. Il Santo, tra le altre cose, decise poi di offrire un’organizzazione ecclesiale all’Urbe, dividendo dunque Roma in sette diaconie. Un’altra opera dal grandissimo valore spirituale, fu quella di sistemare gran parte dei cimiteri cristiani del tempo.
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Decio e il martirio del Santo
Dopo un breve periodo di pace, arrivò il 249, anno in cui Decio sconfisse Filippo l’Arabo, prendendo in mano il potere imperiale. Il nuovo imperatore volle, fin da subito, provvedere a un rafforzamento imperiale e, secondo il suo pensiero, questo doveva passare anche per un ritorno all’antico culto pagano. Da qui nacque l’idea di obbligare tutti i cittadini dell’impero a offrire in sacrificio un animale per le divinità pagane. Le reazioni furono molteplici: chi decise di offrire il sacrificio pur di non perdere la vita e chi, invece, difese con tutta la sua forza la fede in Gesù. Lo stesso Fabiano non si lasciò intimidire. Per quanto riguarda il suo martirio: molte fonti lo menzionano come vero e proprio martire, come in realtà fu. Ma il Santo non morì di morte violenta, come spesso accade per i martiri, bensì, fu lasciato in carcere, dove morì per fame e sfinimento. La Chiesa Cattolica festeggia la sua memoria liturgica il 20 gennaio.
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Fabio Amicosante