Durante il processo di canonizzazione di San Filippo Neri, il principe Fabrizio raccontò di quando il resuscitò il figlio per dargli l’assoluzione.
Il Santo era molto amico della famiglia e provando dispiacere per il figlio si mise a pregare e ne ottene il momentaneo risveglio.
La fama di San Filippo Neri è dovuta sicuramente alla sua allegria, al modo in cui curava i bisogni dei bambini, agli scherzi che lo hanno fatto denominare il Santo della Gioia, ma nella sua vita ci sono anche degli eventi miracolosi tra i quali spicca la resurrezione di un ragazzo appena defunto per permettergli di effettuare la confessione. Il miracolo in questione, tenuto segreto a lungo, è stato reso pubblico e convalidato dalla Chiesa il giorno della sua canonizzazione, ma andiamo per gradi.
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Un giorno San Filippo venne informato della morte del figlio del principe Fabrizio e di Lavinia de’ Rustici. Il sacerdote frequentava spesso la casa ed era un amico di famiglia, dunque accorse immediatamente a benedire la salma del giovane. Entrato nella stanza provò un moto di dispiacere per non essere stato accanto al giovane nel momento del trapasso; così si mise a pregare accanto al cadavere, quindi lo chiamò per nome e questo dapprima mosse le palpebre poi si risvegliò tra lo stupore generale.
Appena vide San Filippo, il ragazzo gli disse che c’era un peccato che non aveva fatto in tempo a confessare e questo gli concesse la confessione. I due parlarono per mezz’ora, poi il santo gli chiese: “Sei felice di morire?”. Il ragazzo rispose di sì, poiché in quel modo poteva andare ad abbracciare la madre e la sorella defunte qualche anno prima. Sentite quelle parole il santo pose una mano sulla testa del ragazzo e disse: “Và, che tu sia benedetto e prega Dio per me” ed il ragazzo morì nuovamente.
A quel evento erano presenti il principe Fabrizio, la sua seconda moglie Violante Santa Croce, le due sorelle del ragazzo e la domestica che aveva assistito il ragazzo durante il decorso della malattia. Nessuno, però, parlò mai di quanto successo in quella stanza finché nel settembre del 1595, durante il processo di canonizzazione di San Filippo, il principe Fabrizio non lo rivelo alla commissione vaticana.
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Luca Scapatello
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