Si pensa che il Giro delle Sette Chiese risalga al VII secolo e che il culto sia nato intorno agli oratori che Santa Begga aveva fatto edificare nella Capitale.
Quelli erano anche i luoghi in cui il Papa, seguendo le ricorrenze riportate nel calendario liturgico, celebrava le funzioni più seguite.
Nel XVI secolo, poi, quando Padre Persiano Rosa convinse Filippo Neri a diventare sacerdote (ed aveva già 35 anni), le iniziative per i pellegrini della Capitale si intensificarono.
Erano state sempre molto singolari, quelle pensate da Filippo Neri (oggi Santo), atte a curare le anime perse e corrotte di Roma; quelle dei gran signorotti, come quelle dei poveri che vivevano per strada.
Nelle iniziative promosse dal Santo, fu compresa anche la fondazione della Congregazione dell’Oratorio, con sede nella Chiesa di Santa Maria in Vallicella.
Ed è questa Congregazione che, ancora oggi, si occupa di portare avanti, non solo la devozione a San Filippo Neri, ma anche il giro delle Sette Chiese di Roma.
L’idea di San Filippo Neri
Il pellegrinaggio che va fatto, ovviamente, a piedi esisteva, dunque, prima che San Filippo Neri cominciasse a propagarlo, ma il merito del suo persistere si deve probabilmente a lui.
Si tratta di percorrere l’itinerario che tocca le Chiese più importanti di Roma e San Filippo pensò di farlo nei giorni del Carnevale romano, per distrarre i fedeli dalle usanze pagane, che ancora inquinavano quei riti, e da tante tentazioni.
Ecco, infatti, come Goethe descriveva il Carnevale a Roma di un tempo: “Così, giorno dopo giorno, l’attesa si alimenta e si rinfocola finché, poco dopo mezzodì, una campana dal Campidoglio dà il segnale che sotto la volta del cielo tutti possono abbandonarsi alla follia.
Questo è il momento in cui il severo cittadino romano, che per tutto l’anno s’è ben guardato dal compiere passi falsi, depone istantaneamente la sua gravità e la sua moderazione”.
San Filippo Neri, dunque, col pellegrinaggio delle Sette Chiese, propose un festeggiamento alternativo.
Si dice che, mentre San Filippo Neri e i suoi fedeli seguaci girassero per le vie di Roma, in quei giorni, cantassero “vanità di vanità, tutto il mondo è vanità”. Era circa il 1559.
Ora, come allora, sono molti i pellegrini che arrivavano a Roma per fare quel viaggio spirituale.
Le tappe del pellegrinaggio delle Sette Chiese
Oggi, la Congregazione dell’Oratorio di San Filippo Neri organizza anche delle catechesi notturne, che si possono seguire tappa, dopo tappa.
La Partenza del pellegrinaggio delle Sette Chiese è la sede della Congregazione: Santa Maria in Vallicella.
Ecco le tappe seguenti: Basilica di San Pietro in Vaticano, Basilica di San Paolo fuori le mura, Basilica di San Sebastiano, Basilica di San Giovanni in Laterano, Basilica di Santa Croce in Gerusalemme, Basilica di San Lorenzo, Basilica di Santa Maria Maggiore.
Al tempo di San Filippo Neri, il giro era diviso in due giornate.
Si partiva il mercoledì grasso, da Santa Maria in Vallicella, diretti verso San Pietro. La tappa successiva era all’Ospedale di Santo Spirito in Sassia, per fare visita ai malati. Li si sostava, fino al giorno dopo.
Il giorno dopo, si ripartiva per l’Isola Tiberina, facendo tappa alla Chiesa di San Bartolomeo. Da li, si arrivava alla Basilica di San Paolo. Lungo la via Ostiense, si faceva tappa alla tomba dell’Apostolo delle Genti (San Paolo, appunto). La tappa successiva era la Chiesa di San Sebastiano, dove San Filippo Neri aveva avuto una visione.
Qui celebrava la Santa Messa, prima di ripartire per giungere a San Giovanni in Laterano, passando per la Scala Santa li accanto, ovviamente, e proseguendo verso la Basilica di Santa Croce in Gerusalemme (che contiene alcune reliquie della crocifissione).
Si proseguiva, poi, verso la Basilica di San Lorenzo e per la Basilica di Santa Maria Maggiore.
Giro delle Sette Chiese: la lunghezza del percorso
Il percorso è lungo 20 chilometri ed è immerso in un itinerario ricco di spiritualità, di Chiese, monumenti e catacombe, testimonianti i primi anni del cristianesimo e richiamanti alla fede autentica.
Come un tempo -e lontani dalla pandemia da Coronavirus- anche oggi, qualcuno lo fa nel periodo precedente la Quaresima (come a Carnevale) o qualche settimana dopo, durante il Triduo pasquale, a partire dalla sera del Giovedì Santo.
In quel periodo, ogni Chiesa visitata esporrà (in vista delle celebrazioni di quello specifico momento liturgico) il Santissimo Sacramento, nell’altare della Reposizione, davanti al quale è bello sostare in preghiera.
Antonella Sanicanti
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