Il particolare regime alimentare di San Francesco da Paola e il costante esercizio ascetico che lo avvicinava a Dio sono rievocati in una pietanza sempre attuale che esprime il suo stile.
Le scelte alimentari di San Francesco da Paola, la cui memoria liturgica è il 2 aprile, sono molto note.
Tra i voti dell’Ordine da lui fondato, oltre a quelli di obbedienza, castità e povertà, ne aggiunse un quarto, quello di vita quaresimale perfetta e perpetua.
Il quarto voto si rifletteva molto anche in ambito alimentare perché prevedeva regole molto nette in cui c’era la totale astinenza dalle carni e anche dai suoi derivati, latte, formaggio e uova.
Questo regime doveva esser praticato sempre, per tutto l’anno, tranne in caso di malattia e non soltanto nei tempi di Quaresima e Avvento stabiliti per tutti.
Non si trattava solo della scelta di una dieta povera e basata sull’essenzialità, ma di uno stile alimentare estremamente sobrio e austero, certamente rigoroso.
Proprio per questa eliminazione drastica di cibi animali e derivati e per storie e racconti che narrano di miracoli avvenuti per sua intercessione che vedono protagonisti gli animali, la sua disciplina dietetica spesso viene considerata vegana ed erroneamente viene scambiato per un vegano ante litteram.
Ma i motivi che animavano la scelta di San Francesco da Paola erano di altro tipo, diversi da quelli della filosofia alla base del veganesimo, peraltro molto più recente, né era ispirato da motivazioni salutistiche.
San Francesco da Paola si rifaceva all’ esempio dei Padri del deserto e ciò che lo spingeva ad un tale rigore e a questo determinato tipo di alimentazione era un afflato puramente ascetico attraverso cui poteva meglio portare avanti il dominio delle passioni ed elevare l’anima a Dio.
Rientrava nel desiderio, animato dalla carità, di un percorso costante di conversione in quello stile della Quaresima perpetua che appunto, nella rinuncia e nella moderazione portata ad alti livelli, gli consentiva di ricevere grandi frutti spirituali.
Cosa mangiava quindi San Francesco da Paola? Legumi, cereali, frutta e verdura erano la base. Mangiava ceci, fave, piselli, orzo, pane, castagne, ma anche prugne, uva passa, melograni, olive, lattuga.
Usava l’olio d’oliva come condimento e ammetteva l’uso del pesce, ma sono per i suoi confratelli. Lui si privava anche di quello.
Beveva acqua di fonte e solo molto raramente un po’ di vino. Inoltre, mangiava solo una volta al giorno, la sera e due volte alla settimana faceva un intero giorno di digiuno.
A questo stile alimentare associava anche molta preghiera perché il fine di tutto era la contemplazione dell’amore di Dio ed un ritorno a Lui, per essere allo stesso tempo pieno d’amore per il prossimo.
Nell’800 un frate dell’Ordine dei Minimi, Gaspare Dellepiane scrisse un ricettario “La cucina di strettissimo magro”, espressione della gastronomia secondo le direttive di San Francesco.
Fra i cibi della cucina di strettissimo magro ci sono le acciughe, pesce povero e semplice, uno dei simboli della cucina quaresimale.
E c’è un piatto popolare per devozione dedicato a San Francesco da Paola che le contiene: la pasta alla paolina.
Si tratta di un piatto siciliano, di Palermo, e prende il nome della località in cui nacque e visse San Francesco, appunto, Paola in Calabria, perché espressamente ideato in suo omaggio.
Non si hanno dati certi sull’origine di questa pietanza, ma sembra sia stata creata da un frate dell’ordine dei Minimi nella chiesa di Palermo dedicata al Santo.
Il piatto segue i dettami francescani ma nonostante l’austerità chi lo inventò volle renderlo più gustoso e aggiunse delle spezie, in particolare cannella e chiodi di garofano. Ecco cosa occorre e i passaggi per prepararlo.
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Ingredienti (le dosi sono per 4 persone)
• 350 g di bucatini
• 8 filetti di acciughe
• 200 g di concentrato di pomodoro
• 2 spicchi d’aglio
• Pangrattato q.b.
• 1 cucchiaio di cannella in polvere
• 4 chiodi di garofano
• Basilico q.b.
• Mandorle q.b.
• Olio extravergine di oliva q.b.
• Sale e Pepe nero q.b.
Procedimento
Innanzitutto bisogna spinare e lavare le acciughe. Poi, in padella far rosolare gli spicchi d’aglio tritati in abbondante olio.
Aggiungere le acciughe e lasciarle a fuoco basso finché non si sfaldano. Poi, unire il concentrato di pomodoro sciolto in una tazza d’acqua.
Versare anche le spezie, il sale e il pepe. Lasciare che il sugo si restringa per 10 minuti.
A parte in una padella mettere un filo d’olio e il pangrattato e farlo tostare un po’ finché avrà un colore ambrato.
Cuocere i bucatini in acqua salata e scolarli al dente. Poi unirli alla salsa e farli amalgamare mescolando.
Infine cospargere il pangrattato e aggiungere alcune mandorle tritate. Servire e gustare il piatto caldo.
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Dunque è un primo piatto di semplice preparazione, realizzato con ingredienti di uso comune, improntato all’essenzialità francescana e quaresimale ma allo stesso tempo una pietanza molto appetitosa in omaggio a questo grande Santo.
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